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ToggleCos’è il plogging?
Ne avete già sentito parlare?
E’ una combo fra ecologia e attività sportiva.
Ora più che mai siamo consapevoli che il nostro mondo sta andando sempre più velocemente verso la rovina: troppo inquinamento, troppi rifiuti e troppa plastica.
E’ un’attività di ecologia consapevole che fa bene alla persona e all’ambiente.
Scopriamo insieme i dettagli.
Dov’è nato il plogging?
Nasce in Svezia, qualche anno fa, da un’idea di Erik Ahlström che ha iniziato a raccogliere rifiuti mentre faceva jogging.
Ha coniato il termine plogging dall’unione fra la parola svedese “plocka upp”, raccogliere, e “jogging”.
Ripulire la città o la campagna mentre si corre, ecco l’obiettivo.
Come si fa il plogging?
E’ un’attività che può essere praticata da soli o in gruppo. Si corre e ci si ferma quando si vede un rifiuto, si fanno piegamenti e stretching per raccoglierlo.
Si possono organizzare “eventi di cleaning” con amici e famigliari.
E’ un messaggio molto importante quello che si diffonde: la città e gli spazi verdi sono di tutti e tutti devono rispettarli e contribuire a tenerli puliti.
Qual è l’equipaggiamento del plogger?
La divisa d’ordinanza del plogger si compone di: scarpe da running, pantaloncini, leggings o pantaloni lunghi della tuta, un sacchetto da riempire di lattine, bottigliette, cartacce, mozziconi o anche uno zaino, importantissimi i guanti.
Si raccomanda cautela in caso di vetri rotti.
I rifiuti vanno gettati negli appositi contenitori ma prima fate una bella foto del vostro bottino da mettere sui social.
Fare plogging a Milano
Al parco Sempione è stata offerta una dimostrazione di questa attività, l’iniziativa è stata organizzata da Retake, una onlus che è stata premiata dal Comune con la Civica benemerenza lo scorso 7 dicembre. Alcuni dei rifiuti che sono stata raccolti saranno trasformati in un oggetto di arredo urbano.
In tutto saranno coinvolti nove parchi di Milano che saranno ciascuno oggetto di plogging per un giorno, una per ogni Municipio.
Da nord a sud si moltiplicano le iniziative sotto l’hashtag #plogging (57mila post su Instagram)
Non posso fare jogging come faccio plogging?
Se non si può correre si può sempre camminare, ad esempio organizzare delle passeggiate ecologiche, in campagna come in spiaggia, per raccogliere i rifiuti.
Si possono organizzare squadre di raccolta rifiuti nella propria città, previa autorizzazione comunale.
In alternativa se si è sub o si fa snorkeling si possono raccogliere ugualmente i rifiuti basta un retino e una busta.
La mia esperienza ecologica
Io vivo in Sardegna e sebbene il tasso d’inquinamento non sia poi così alto i rifiuti da qualche parte si beccano sempre.
Io non faccio plogging ma ovviamente se camminando incontro rifiuti li raccolgo e li butto. La mia specializzazione è il mare: armata di maschera e boccaglio, o semplici occhialini, mi tuffo e raccolgo tutti i rifiuti che incontro sul fondale, vi sorprenderebbe la quantità di microplastica che sono riuscita a raccogliere in un paio di giorni solo l’estate scorsa.
La microplastica è la più dannosa perché viene ingerita dai pesci, non parlo ovviamente di pezzi microscopici, quelli non li vedrei, ma di pezzi molto piccoli. E poi buste, pezzi di plastica, lenze, cordicelle, pezzi di carta, lattine di birra (piene, ebbene sì capita anche questo).
In una sola giornata si può raccogliere l’impensabile, tutto merito delle persone incivili e del maestrale che purtroppo getta in mare tutto ciò che viene gettato in terra.
Eppure basterebbe davvero poco per avere un ambiente pulito: gettare i rifiuti nei bidoni o portarli a casa e gettarli nella spazzatura.
E voi che ne pensate? Vi piace il plogging?