Un amore di ragazzo: il ritorno di Bridget Jones la recensione

E’ lei: Bridget Jones è tornata. Ritroviamo l’eroina single combina guai, con gli inseparabili chili di troppo in Un amore di ragazzo di Helen Fielding. Memori dei due grandi successi del Diario di Bridget Jones non possiamo non avventurarci in questo nuovo capitolo della scapestrata eroina.

Dopo qualcosa come 14 anni d’assenza, nel 1999 usciva Che pasticcio Bridget Jones, Helen Fielding ritorna a raccontarci le disavventure di una Bridget Jones non poi così tanto diversa.

La trama

Alla fine, come ricordiamo tutti, Bridget e Mark si sposano.

Ora Bridget Jones è di nuovo sola, ha cinquantuno anni (anche se lei dice a tutti di averne 35) ed è decisamente invecchiata. Non è tutto perchè è anche una mamma single. Dal matrimonio con Mark sono nati Billy e Mabel, due bambini che non sono esattamente degli angioletti.

bridget jones un amore di ragazzo
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I propositi di Bridget Jones? Essere una super mamma. Esatto, uno dei tanti come avrete intuito. Al secondo posto c’è l’essere una donna in carriera (sta lavorando ad una sceneggiatura riadattamento di un romanzo da cui sarà tratto un film) ed ovviamente perdere gli odiati chili di troppo.

E Mark? Bridget purtroppo è vedova. Quindi nuovamente single ma poco propensa ad affrontare una nuova storia poiché non riesce ancora ad elaborare il lutto. Fino a che almeno gli amici non le fanno notare che è ora di rifarsi una vita, Bridget allora s’iscrive ad una clinica per dimagrire, si butta sul lavoro (in teoria) e s’iscrive ai social dove conosce Roxster, molto più giovane di lei, che finirà per diventare il suo toy boy. Sì, Bridget diventa una coguars.

Ma tutto questo è destinato a durare?

bridget jones un amore di ragazzo.
bridget jones un amore di ragazzo.

Un libro che lascia interdetti. Da un lato, soprattutto all’inizio, risulta simpatico, abbastanza scorrevole ed anche divertente ma verso la metà inizia con l’essere decisamente ripetitivo e prolisso (interminabili scene di scambi di sms, di riunioni di lavoro a base sempre di sms) per non parlare del fatto che nella storia del presente viene aperta una mega parentesi nella quale, l’autrice, inserisce brani di un vecchio diario post lutto di Bridget Jones per spiegarci cos’è successo. A momenti si perde il filo di tutto il testo. Insomma mal congegnato e poco graffiante, Bridget a tratti scade sul banale e lagnoso.

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Sorpresona finale: se siete di quelli che vanno a sbirciare la fine, evitate o vi rovinate tutto e non avrà più alcun senso portare avanti la lettura.

Ci faranno su un film? Molto probabile e sarà sicuramente migliore del libro. Lettura consigliata ai fan di Bridget e a chi proprio non trova niente di meglio da leggere.

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