Indice dell'articolo
Toggle“Non è vero…ma ci credo”
“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” diceva Eduardo De Filippo. Voi credete nelle superstizioni? Imprecate quando vedete un gatto nero o versate dell’olio, state attenti alle scale, buttate una manciata di sale dietro la spalla sinistra se lo rovesciate a tavola? O siete insofferenti e trovate le superstizioni antiquate e sciocche?
Superstiziosi si nasce?
La parola superstizione viene dal latino superstitiònem, composto da sùper (sopra) e stìtio (stato), sulla base di “stàre” o “sìstere” e compare nel De natura deorum di Cicerone in cui questi parla dei genitori che rivolgevano infiniti sacrifici e preghiere agli dei perchè serbassero i figli sani e salvi. Da qui deriverebbe l’atteggiamento di utilizzare il sopranaturale per scampare al destino, attribuendo significati soprannaturali ad eventi e cose. Una cosa irrazionale, oggi lo sappiamo che invece però per i nostri antenati aveva una grande rilevanza poiché si credeva che incidessero realmente sulla vita di tutti i giorni. E’ nata dunque la scaramanzia, per cui alcuni riti annullerebbero l’influsso negativo dell’evento infausto, pensiamo al cornetto rosso ed al buttare la manciata di sale dietro la spalla sinistra.
Porta sfortuna: Gatti neri, sale, ombrelli e specchi.
Ma da dove nascono le più comuni fra le superstizioni?
Il gatto nero ad esempio deriva dal medioevo in cui il nero era associato al male e sovente si trovava a bordo delle navi pirata per cacciare i topi, quindi divenne sinonimo di sventura.
Sul sale ci sono diverse ipotesi: secondo la classica il sale essendo stato un bene prezioso non andava sprecato e per evitare che si rovesciasse sbadatamente si diffuse la credenza che portava male rovesciarlo (probabilmente la stessa motivazione fu per l’olio) mentre la credenza popolare vuole che la coppetta di sale posta in tavola rappresentasse l’amicizia pertanto rovesciarla portava litigi. Perchè gettarne un pizzico dietro la spalla sinistra? Si credeva che a sinistra si trovasse <strong”>il diavolo quindi buttargli il sale, considerato sacro, addosso equivaleva ad annullarne i malefici.
Per quanto riguarda il non aprire un ombrello in casa, anche qui due motivazioni: era sinonimo di morte perchè il prete entrava nel casa del morto sotto un baldacchino simile all’ombrello e perchè avendo un tempo punte accuminate poteva ferire da qui la necessità di non aprirlo in spazi stretti diffondendo l’idea che portasse sfortuna (probabilmente lo si diceva ai bambini perchè non ci giocassero).
E gli specchi? Gli antichi credevano che lo specchio fosse in grado di catturare l’anima ed intrappolarla nel caso di frantumasse, quest’anima si sarebbe rigenerata dopo sette anni, da qui i sette anni di sfortuna.
Lo sapevi che…
- l’agrifoglio si regala a Natale in una scatola, ma questa dev’esser aperta solo a Capodanno per aver fortuna.
- i partner che usano lo stesso asciugamano son destinati a litigare.
- trovare un bottone vuol dire che una nuova amicizia è in arrivo.
- un capello sulla spalla preannuncia una lettera in arrivo.
- posare il cappello sul letto porta male.
- se si ode il canto del cuculo occorre raccogliere ciò che si ha vicino ai piedi e conservarlo per buona fortuna.
- utilizzare in tre lo stesso fiammifero porta male.
- le forbici che cadono a terra sono un cattivo presagio, per annullarlo occorre poggiarvi un piede sopra. Per portare fortuna vanno appese al muro.
- il pane posto a rovescio sulla tavola porta carestia.
- la notte della befana le zitelle devono metter le scarpe fuori casa con le punte verso l’esterno, si sposeranno entro l’anno.
- un neonato non si bacia mai sul collo altrimenti perde il sonno.
- se il pettine cade mentre vi state pettinando qualcuno che vi vuol bene vi pensa.
- se un quadro appeso cade porta sfortuna, idem i quadri raffiguranti uccelli appesi in casa.
- il guscio delle uova non si butta intero ma spezzettato altrimenti vi si annida il maligno.
- spazzare per terra prima dell’alba o dopo il tramonto porta male. Tenere una scopa di saggina all’ingresso tiene lontani gli spiriti maligni. Se si toccano con la scopa i piedi di una persona nubile questa non si sposerà.
Voi credete nelle superstizioni?
Venerdì 17: La Giornata anti-superstizione del CICAP
Da diverso tempo il CICAP organizza, ogni anno, la “Giornata Anti-Superstizione”: un appuntamento che cade in occasione di un venerdì 17 con l’obiettivo di comunicare al grande pubblico in modo ironico e sdrammatizzante quello che per gli esperti è un dato di fatto: «Essere superstiziosi porta male».
Massimo Polidoro, segretario nazionale del CICAP già docente di Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca, ma la questione è seria: «Quando qualcuno crede che un oggetto, una persona, una frase o un comportamento abbiano il potere di portare sfortuna non fa che condizionarsi, e così, ritenendosi sfortunato, altera inconsapevolmente il suo comportamento e finisce per provocare gli eventi sfortunati che tanto lo spaventano».
Ed è proprio per combattere la superstizione che il CICAP organizza ogni venerdì 17 una “Giornata Anti-superstizione”. Solitamente, in varie città d’Italia, i gruppi locali del CICAP organizzano eventi di vario tipo: incontri, conferenze, dibattiti e dimostrazioni “pratiche”.
Per approfondire l’argomento www.cicap.org