Come in una gabbia il libro sul mutismo selettivo dei Bambini di Torey Hayden

Come in una gabbia di Torey Hayden

Un silenzio dietro cui si trincerano i bambini che prende il nome di mutismo selettivo, una dottoressa in cerca di risposte e pronta a tutto per aiutarli. Ecco riassunto in due righe il libro Come in una gabbia di Torey L. Hayden. Come sempre ci sono i bambini, in questo caso un adolescente, al centro delle opere della Hayden che racconta nei suoi romanzi alcuni dei principali casi clinici da lei trattati. Victoria Lynn Hayden altrimenti conosciuta come Torey L. Hayden, si occupa della psiche dei bambini lavorando in cliniche ed in centri specializzati nell’aiuto dei bambini che a causa di traumi si rifiutano di parlare oppure adottano atteggiamenti aggressivi, autolesionisti o presentano i sintomi della schizofrenia.

Torey Hayden
Torey Hayden

In questo nuovo caso Torey non si trova di fronte ad un bambino ma ad un ragazzo di 16 anni, Kevin, che appena si trova fuori dalla sua stanza, in clinica, si rifugia sotto i tavoli utilizzando le sedie come barriere attorno a lui. Come in una gabbia. Per questo tutti lo chiamano Zoo-boy. Tutti sembrano aver rinunciato con lui, la sua famiglia è sparita e sta diventando un problema per le cliniche non essendo più un bambino ma quasi un adulto. Torey si assume il difficile compito di seguirlo, cercare di farlo parlare e di riportarlo ad una vita normale.

Ma Kevin ha alle spalle una situazione molto dura ed anni e anni di angoscia e mutismo, per cui l’impresa è praticamente impossibile. Sebbene ad un certo punto faccia dei progressi Kevin mantiene attivo il suo lato distruttivo che ogni volta annulla il lavoro di anni e lo fa ripartire da zero. Torey non si arrende, neanche quando Kevin la aggredisce o manifesta i peggiori comportamenti, neanche quando il traguardo sembra vicino e Kevin manda tutto a monte. Torey sa che la chiave del problema sta nel passato del ragazzo ma il mondo sembra essersi scordato di lui. Nel frattempo Torey deve anche occuparsi di Charity, per via di un’agenzia di Sorelle maggiori, una bimba impertinente, petulante, dai modi spicci ma profondamente sola.

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Come in una gabbia, come del resto gli altri romanzi di Torey L. Hayden, ha la peculiarità di essere sì un romanzo che indaga sui risvolti psicologici di un grande problema quale è il mutismo selettivo ma assume anche i toni del giallo quando la psicologa si ritrova ad indagare sui traumi del passato dei suoi pazienti, in cui spesso si nascondono violenze domestiche ma anche cose ancora più gravi (le sette sataniche in Una bambina e gli spettri, ad esempio). Dai romanzi di Torey traspare cristallina la passione che mette nel suo lavoro e la totale dedizione ai bambini, i cui progressi sono la sua soddisfazione. Interessante anche dal punto di vista metodologico perchè Torey spiega le sue tecniche per riuscire a trovare un appiglio nel mondo di silenzi dei suoi piccoli pazienti.

Assolutamente consigliato.

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