Paura del Buio – Acluofobia: cos’è, cause e terapia

Acluofobia: ne avete mai sentito parlare?

Magari sì ma con il termine nictofobia, sono molto simili.
Si tratta di una fobia molto diffusa, di solito si pensa che ne soffrano solo i bambini ma in realtà colpisce anche gli adulti.
Mi capitò un caso particolare anni fa: al liceo, la mia classe si trovava nel seminterrato oltre un androne senza luci che si apriva sul corridoio delle classi. Una mia compagna appena vide la situazione (le scale venivano inghiottite dall’oscurità) non volle assolutamente metterci piede. In realtà un minimo si vedeva ma dovemmo recuperare delle torce per poterla far passare.

E voi? Soffrite di Acluofobia (Paura del Buio)?

Cosa è l’acluofobia?

Cosa vuol dire acluofobia? Deriva da due termini greci: ἀχλύς achlýs, “oscurità”, e φόβος phóbos, “fobia”.
Letteralmente è la fobia del buio mentre la nictofobia è la paura della notte.
Di solito ne soffrono i bambini ed è normale ma spesso capita che ne siano vittime anche gli adulti. Più che paura dell’oscurità di per sé è paura di ciò che si può nascondere nel buio.
Nictofobia: dal greco “nicto” che significa notte e “phobos, cioè paura, quindi letteralmente paura della notte.
Scotofobia: dal greco “skótos” che significa oscurità, da qui la paura del buio.

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Paura del buio: cause

L’acluofobia è un disturbo fobico che viene innescato dalla percezione disfigurata del cervello relativa a ciò che potrebbe accadere in un ambiente oscuro.
Solitamente, nell’adulto, è causato da un trauma legati ad un episodio di minaccia avvenuto in condizioni di scarsa luce.
Ad esempio: un furto che avviene in una strada buia, un’aggressione e via dicendo.
Il disturbo, nei bambini, è normale e si ha per paura di ciò che non si vede e che nell’immaginario può nascondersi nel buio, un mostro ad esempio.
Anche nel caso dei bambini però può essere innescato da un’esperienza traumatica (violenza, aggressione, una brutta caduta, un forte spavento etc).
Sigmund Freud riteneva che la paura del buio come una manifestazione del disturbo d’ansia di separazione.
Sotto questo punto di vista anche negli adulti può presentarsi a causa di un attaccamento disfunzionale nei confronti dei propri genitori in età infantile ma anche episodi traumatici che si sono verificati durante la crescita.
Ci può anche essere il timore per situazioni che non si riescono a controllare.

Le cause della nictofobia

La nictofobia è molto più ancestrale: i nostri antenati, all’inizio del mondo, avevano il terrore della notte perché non potevano vedere e potevano essere facilmente preda degli animali.
Nel presente la paura inizia a manifestarsi appena scende la notte e può aver a che fare con un trauma ma anche con una mancanza di autostima, sicurezza e fiducia.
Molto spesso le fobie sono trasmesse dai genitori o arrivano a causa di genitori iperprotettivi.

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Quali sono i sintomi dell’acluofobia?

I sintomi dell’acluofobia sono:

  • tachicardia
  • sudorazione elevata
  • vertigini
  • tensione muscolare
  • difficoltà respiratorie
  • brividi
  • nausea
  • angoscia
  • timore di morire

E’ la risposta fisica del corpo alla situazione di stress a cui la mente lo sottopone, la cosidetta situazione “fuggi o combatti”.

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Paura del buio come superarla?

E’ necessario dire che la fobia è un sintomo e che non si contrasta senza affrontare la causa.
E’ indispensabile affrontare delle sedute di terapie, di dialogo ed eventualmente di ipnosi.
E’ anche importante dire che non vanno assunti farmaci psichici se non prescritti da uno specialista per un valido motivo.

Detto questo ci sono delle cose che si possono fare per tamponare l’ansia e l’angoscia cause dalla fobia:

  • bere una tazza di latte caldo o una tisana calmante
  • evitare thè e caffè
  • ascoltare musica rilassante
  • praticare il rilassamento progressivo
  • evitare di vedere film horror
  • non usare smartphone e pc la sera
  • una lucina notturna può aiutare
  • imparare a respirare correttamente

C’è infine la terapia di esposizione in cui il terapista espone gradualmente, in situazioni controllate, il paziente all’oscurità in modo che la affronti un poco per volta.

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