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ToggleLe navi affondate custodiscono molti misteri nelle loro strutture corrose. È emozionante pensare che i coraggiosi marinai li abbiano manovrati per navigare negli oceani o addirittura ingaggiare combattimenti sanguinosi con i pirati per difendere i loro preziosi carichi.Per molti secoli, queste navi affondate sono rimaste al di fuori della portata della nostra curiosità.
Tuttavia, con la scoperta e il miglioramento delle attrezzature subacquee, l’uomo ha rimosso il velo dei segreti ed è stato in grado di raggiungere i suoi sogni: conoscere da vicino i relitti attraverso coloro che sono diventati esperi nel mestiere dei lavori subacquei.
E mentre nuotiamo silenziosamente attraverso i corridoi delle barche, ascoltando solo il rumore del nostro stesso respiro, possiamo sentire la presenza magica del luogo, con le innumerevoli forme di vita che hanno colonizzato i loro compartimenti.
Ma con il passare degli anni e lo sviluppo di tecniche specifiche, è stato possibile creare un metodo per recuperare oggetti sommersi, che oggi ha l’aiuto di rilevatori e robot magnetici, nonché di minuziosi studi scientifici.
Al giorno d’oggi il recupero di navi affondate attraverso i lavori subacquei di aziende specializzate nel settore non riguardano solamente la scoperta di relitti storici, ma anche di imbarcazioni attuali come è stato per la Costa Concordia e il recupero della Sigma, una motonave rimasta incagliata nel porto di Livorno. E le questioni riguardavano la sicurezza ambientale e il salvataggio di vite umane, non il recupero di reperti storici.
Recupero navi affondate: le sfide dei professionisti dei lavori subacquei
Il recupero della Costa Concordia, la nave da crociera che affondò tragicamente provocando la morte di 32 persone, di gran lunga il peggiore disastro delle navi da crociera nella memoria recente, è stata una sfida per molte aziende che lavorano nel settore dei lavori subacquei e recupero navi affondate per molti motivi.
Primo fra tutti il fatto di preservare l’ambiente dai danni che avrebbe creato la scorretta rimozione di questa enorme nave. Per questo, gli innumerevoli esperti del settore hanno pensato di effettuare il recupero di questa nave attraverso una tecnica chiamata parbuckling.
Il parbuckling è il processo mediante il quale una nave affondata viene ruotata in posizione verticale sfruttando la leva.
Tuttavia, questa operazione è quasi sempre utilizzata per raddrizzare la posizione delle piccole navi. Il parbuckling di una nave delle dimensioni della Costa Concordia è stata, in effetti, un’operazione senza precedenti. Era la nave più grande mai sottoposta a questa procedura, quindi il processo era pieno di complicazioni.
Ovviamente, queste complicazioni erano in gran parte legate alle dimensioni della Costa Concordia, ma c’erano anche altri fattori, come la scomoda posizione di riposo della nave. Prima dell’operazione, infatti, essa giaceva su un pendio sottomarino, e furono costruite enormi piattaforme sottomarine per far sì che la nave potesse poggiare su qualcosa dopo essere stata riparata.
Ma il recupero della nave affondata ebbe successo e fu un grande sollievo per tutti coloro che furono coinvolti nell’operazione in quanto, se non avesse avuto successo la nave si sarebbe spezzata in due con la conseguenza che le acque toscane dove si trovava la Costa Concordia sarebbero state compromesse e i due corpi non ancora recuperati persi per sempre.
Il parbuckling della Costa Concordia, quindi, è stato un risultato importante, che sarà celebrato non solo dagli ingegneri per la sua raffinatezza tecnica, ma anche da tutti i lavoratori subacquei che hanno lavorato per il recupero di questa nave affondata.
Lavori subacquei: la professione che salva l’ambiente
Il 13 gennaio 2017 un cargo battente bandiera liberiana si è andato ad arenare davanti alla spiaggia di Livorno dei “Tre Ponti”. L’imbarcazione pesava oltre 6mila tonnellate ed aveva 18 persone a bordo.
Si rendeva necessario un intervento tempestivo da parte degli addetti ai lavori subacquei per disincagliare la nave Sigma. La nave è stata poi liberata tre giorni dopo, il 16 gennaio 2017 e il Sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha dichiarato: ”Abbiamo avuto un pizzico di fortuna ma devo dire che c’è da ringraziare tante persone che ce l’hanno messa tutta per evitare che questa nave incagliata diventasse un grosso problema per la nostra città”.
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