Insonnia infantile e tecnologia: c’è una relazione

Insonnia infantile e tecnologia esiste una correlazione

I videogiochi e gli smartphone stanno uccidendo la mente dei nostri figli?

Secondo Richard Gribble, professore di scuola primaria a Devon in Inghilterra è molto probabile. Tutta la tecnologia che i ragazzini dall’età di 10 i fino ai 18 anni dispongono – laptop, smartphone e videogiochi – e che usano soprattutto nelle ore notturne all’insaputa dei genitori, è causa principale di insonnia nei giovanissimi e provoca affaticamento durante le ore scolastiche, scarsa concentrazione e inibisce la necessaria applicazione nello studio.

Svogliatezza e mancanza di concentrazione e insonnia

Gribble ha condotto un’indagine interrogando circa 600 alunni tra i 10 e gli 11 anni che mostravano una repentina svogliatezza e mancanza di concentrazione nelle ore di lezione, con il risultato che tre quarti dei ragazzini visionati ha ammesso di utilizzare la console dei videogiochi e lo smartphone fino notte inoltrata.

Tale affermazione pare inoltre essere confortata da una recente indagine svolta dalla National Sleep Foundation che ha scoperto una relazione tra l’insonnia nei giovani e l’uso della tecnologia.

Secondo la NSF infatti, il 95% degli intervistati utilizza dispositivi elettronici principalmente nelle ore notturne e due terzi di questi ha ammesso di avere difficoltà a prendere sonno.

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Luce artificiale dei videogames e degli smartphone

Secondo Charles Czeisler della Harvard Medical School di Brigham and Women’s Hospital di Boston, l’esposizione alla luce artificiale prima di coricarsi inibisce la produzione di melatonina. Un terzo infatti delle persone esaminate, di età compresa tra i 13 e i 18 anni e il 28% degli intervistati di età tra i 19 e i 29 anni ha ammesso di usare i videogiochi prima di andare a letto e in particolare i più piccoli subiscono maggiormente gli effetti nocivi di queste abitudini.

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Riduzione di almeno 50 ore di sonno al mese

“Rispetto a un secolo fa, i ragazzini dormono una o due ore in meno” ha affermato Czeisler “questo significa una riduzione di almeno 50 ore di sonno al mese” e consiglia un’unica soluzione per arginare questo che pare stia diventando un problema serissimo: “bisogna togliere i dispositivi tecnologici dalla stanza dei nostri figli, se vogliamo che un domani possano affrontare con competenza le responsabilità di un lavoro.” Il prof. Richard Gribble gli fa eco affermando: “non vogliamo spegnere il divertimento dei nostri figli, ma ci vuole equilibrio”.

Equilibrio dunque è la parola chiave: riuscire a educare i figli a un utilizzo moderato e temporaneo della tecnologia, anteponendo la responsabilità del proprio dovere quotidiano dedicando al proprio riposo le ore notturne

Fatica a concentrarsi a scuola

Una recente ricerca del Boston College inoltre stabilisce che il 73% dei bimbi Usa tra i 9 e i 10 anni fatica a concentrarsi a scuola perché dorme poco, e la percentuale sale addirittura all’80 per cento nei ragazzi di 13-14 anni. La ricerca ha evidenziato anche come gli insegnanti debbano spesso modificare le loro lezioni, rendendole in quale modo più ”leggere”, per venire incontro ai ragazzi che per il poco sonno faticano a concentrarsi. Idem in altri 50 Paesi dove i ricercatori hanno esaminato 900mila casi.

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