Orphaned Land: Heavy Metal d’Oriente

“People should be judged by their hearts and inner sincerity, not their religious beliefs.”

Pochi musicisti possono vantare il merito di aver creato un genere, così come pochi, oggigiorno, hanno il coraggio di rimettersi in gioco a ogni uscita, mantenendo un livello qualitativo non solo alto, ma in costante crescita.

Gli Orphaned Land sono una di queste rarità.

Israeliani originari di Petah Tiqwa, sono considerati i pionieri del cosiddetto ‘oriental metal’, ovvero un movimento musicale originario del Medio Oriente che fonde le classiche partiture heavy metal con elementi folk, strettamente legati alla nativa cultura musicale.
La loro genesi risale al 1991 col nome di Resurrection, poi cambiato nell’attuale monicker all’uscita del demo The Beloved’s Cry. I primi approcci erano ben diversi dalle attuali sonorità, gli Orphaned Land si presentarono infatti con uno stile fondamentalmente legato al doom e al death metal, e un timido approccio nell’inserire elementi folk nei brani (che poi diverrà il loro marchio di fabbrica).
Ancora lontani dall’essere notati in occidente, nel 1994 danno alle stampe Sahara (il primo album ufficiale), seguito due anni dopo da El Norra Alila.
Poi avvenne il fermo, improvviso: i membri della band obi Farhi (voce), Yossi Saharon (chitarra), Matti Svatitzki, (chitarra), Uri Zelcha (basso), Itzik Levy (tastiere), Sami Bachar (batteria), causa piccoli dissensi, distanze geografiche e soprattutto il servizio militare, si dividono.

Orphaned Land
Orphaned Land

Nel 2001 la formazione, con l’ingresso di due nuovi membri, Eden Rabin e Avi Diamand, riprende a suonare dal vivo; i riscontri non tardano, al punto da convincerli a riprendere a fare sul serio.
Dopo la parentesi dell’EP The Calm Before the Flood, nel 2004 gli Orphaned Land danno alle stampe Mabool, considerato da molti come il loro capolavoro. L’evoluzione e il cambio stilistico sono notevoli, elementi doom e death metal (per via della presenza del growl) si evolvono sposando una matrice più progressive, fortemente venata dalla musica tradizionale della loro terra.
Nella stessa misura in cui si evolve la musica, altrettanto accade coi testi. Gli Orphaned Land non hanno mai fatto mistero della loro profonda fede religiosa, così come della loro ideologia cosmopolita che vorrebbe le religioni viste sotto un profilo puramente teologico, ovvero delle loro analogie dalle quali trasparirebbe l’eguaglianza di ogni uomo rispetto all’altro, nei desideri e nella fede stessa.
Mabool non fu solo un disco di belle canzoni originali, arrangiate e suonate in modo eccelso, ma aveva un concept profondo e molto significativo. Esso narrava la vicenda dei tre figli di Dio, ognuno dei quali ricevette un potere e un simbolo: La Stella di Davide e la magia, la Mezzaluna e la forza, la Croce e la saggezza. Dio proibì a tali figli di riunirsi, per timore della loro potenza, ma essi ignorarono l’ordine e si fusero in un unico angelo, che Dio separò nuovamente. Esiliati sulla Terra, i tre furono condannati a combattere tra loro, fin quando non avessero provato di aver compreso i loro errori. Sapendo del prossimo arrivo del Diluvio Universale tentarono poi di avvisare l’umanità, pur non riuscendo a salvarla tutta.
Il concetto della separazione è ovviamente figurato, i tre figli rappresentano le tre principali religioni monoteiste al mondo, la cui unione, secondo gli Orphaned Land, rappresenterebbe la salvezza dell’uomo nella vita terrena: il termine della lotta ideologica e un punto comune diventano quindi l’ideale assoluto che porterebbe alla vera pace.

Orphaned Land
Orphaned Land

A Mabool fece seguito The Never Ending Way of ORwarriOR (2010), che presentò un ulteriore alterazione del suono verso lidi ancora più prog, con il quasi totale abbandono del growl nella voce e delle influenze doom e death metal. In Never Ending anche la componente folk viene esaltata, accompagnando temi musicali sempre più inclini al rock e rendendo la loro proposta, seppur ancora molto complessa, di maggiore fruibilità.
Le tematiche non mutarono, ancora una volta il concept rimase legato all’idea della divisione trina, questa volta incarnata nella contrapposizione tra “bene trascendente” e “male profano”.
La complessità del disco non spaventò l’occidente, che lo accolse con entusiasmo (anche per la curiosità verso la fusione metal/folk mediorientale), convincendo il management a un tour oltre i confini. L’interesse per la band raggiunse il suo massimo nel 2012, quando comparve una petizione online per candidarla al Premio Nobel per la Pace. I testi e l’approccio cosmopolita e pacifista degli Orphaned Land avevano conquistato migliaia di fans, che corsero a firmarla.

Siamo alfine giunti nel 2013, anno nel quale è stato pubblicato il nuovo lavoro della band, intitolato “All Is One“, la cui copertina non da’ adito a dubbi sulle tematiche.

Orphaned Land
Orphaned Land

La musica è cambiata, ancora una volta, da un lato si è evoluta, perdendo del tutto le influenze degli esordi, da un altro si è involuta, tornando a composizioni più semplici, meno prog e più orientate al rock e al metal, con la fortissima presenza del folk. Brani più semplici e brevi, intensi e interpretati con la solita, ineccepibile tecnica ed emozione.
La titletrack, che apre le danze, è quasi un inno all’ideologia unitaria degli Orphaned Land, pomposa ed epica, a cui fanno seguito canzoni più intime e meno elaborate del disco precedente, ma non per questo banali o addirittura commerciali.

Gli Orphaned Land quindi entrano in una nuova fase, ma in questa sede non possiamo non ricordare anche le altre band mediorientali (alcune, purtroppo, sciolte) e i musicisti che hanno contribuito a spingere questo nuovo, interessante, movimento: Myrath, Ambehr, Khepri, My Garden, Al Qaynah, 5grs, DivahaR, Relicts, Mizraab, Khalas, Jadal, Amaseffer, Arkan, Litham, Animus, Taabut, Acedia, Scarab, Bilocate, Lord Azmo, Arallu, Distorted, Sawlegen, Al-Namrood, Narjahanam, Chalice Of Doom, Whorecore, Arallu, Zahareth, Absentation, Farzad Golpayegani, Pirania, Carnival Of Carnage, Phex, Arcane, Kimaera, Ahoora, Ayat, Kabul Dreams, Zatreon, Ajdath, Redeemers, Farshid Arabi, Eleventh Hour, Acrassicauda,Symphovania, Burial Invocation, ApostoL.
La lista è ovviamente incompleta, l’elenco è sterminato ma è un buon punto di partenza per cominciare a conoscere una realtà musicale che tenta di ricavare un proprio spazio nel panorama mondiale.
Orphaned Land-Formazioni:

1991-1996: Kobi Farhi (voce), Yossi Sassi (chitarra), Matti Svatitzki, (chitarra), Uri Zelcha (basso), Itzik Levy (tastiere), Sami Bachar (batteria)

2001-2012: Kobi Farhi (voce), Yossi Sassi (chitarra), Matti Svatitzki, (chitarra), Uri Zelcha (basso), Eden Rabin (tastiere), Avi Diamand (batteria)

2013: Kobi Farhi (voce), Yossi Sassi (chitarra), Chen Balbu, (chitarra), Uri Zelcha (basso), Eden Rabin (tastiere), Matan Shmuely (batteria)
http://www.orphaned-land.com

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