L’amico ritrovato il libro di Fred Ulhman – la recensione

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Sorprende delle volte che ci sono appassionati di lettura che ignorino “capolavori minori”, indubbiamente classici, come L’amico ritrovato di Fred Ulhman. Si potrebbe obiettare che si tratta di una letteratura per ragazzi, ma in realtà, in questo libricino, in questa storia leggera e tuttavia profonda si nascondono significati, sentimenti e concetti dalla bellezza intramontabile.

“Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che l’assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche su un albero inaridito.
Ricordo il giorno e l’ora in cui il mio sguardo si posò per la prima volta sul ragazzo che doveva diventare la fonte della mia più grande felicità e della mia più totale disperazione.”

L'amico ritrovato libro di Fred Ulhman
L’amico ritrovato
libro di Fred Ulhman

Il racconto

Hans Schwarz è il giovane ebreo protagonista, e narratore, di questa vicenda. Hans, vive con la sua famiglia a Stoccarda dove frequenta la scuola. Suo padre è un medico e sua madre una piacevole donna tranquilla, una famiglia medio borghese come tante. Hans segue con noia e distacco le lezioni, almeno fino al giorno in cui un nuovo allievo viene introdotto in classe: Konradin von Hohenfels, un ragazzo di nobile famiglia. Hans che non particolari amici e che non reputa i suoi compagni di classe abbastanza interessanti, d’improvviso desidera stringere amicizia con quel ragazzo. Konradin è gentile, educato ma sfuggente. Nessuno della classe riesce ad avvicinarlo, né il “caviale” né i Von e nobili vari. Hans, determinato a catturare la sua attenzione, cerca di farsi notare in tutti i modi e ci riesce. Finalmente Konradin sembra interessarsi alla sua amicizia e tuttavia si avverte un’invisibile barriera fra i due che con il tempo va concretizzandosi. Konrandin nasconde qualcosa ad Hans ed egli lo intuisce, inoltre con l’avvento del nazismo la situazione per lui si fa sempre più difficile e pesante. Una lettera d’addio segnerà per sempre la distanza fra i due amici. O no?

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La recensione

L’amico ritrovato è un piccolo volume che c’illumina sull’amicizia, sulla necessità di legarci a qualcuno che ci sembra affine e che corrisponde ad i nostri ideali. Tuttavia, come sovente accade, fattori esterni influenzano questi rapporti minandoli. Nel caso dell’amico ritrovato, la società tedesca fortemente influenzata dal partito di Hitler si rivela determinante nel rapporto fra i due. Sono diversi però i temi affrontati, oltre questo: la fede, la capacità di credere in un Dio che per Hans non è così scontata, la politica ma anche la bellezza espressa nei paesaggi, nelle poesie e nelle opere ammirate dai due amici. Infine, il tradimento, vero o presunto tale fino alla fine. Il tutto raccontato con una delicata intensità e con una passione incredibile.

Un piccolo capolavoro da non perdere.

“Ho esitato un po’ prima di scrivere che “avrei dato volentieri la vita per un amico”, ma anche ora, a trent’anni di distanza, sono convinto che non si trattasse di un’esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, ma l’avrei fatto quasi con gioia. Così come davo per scontato che Dulce et decorum pro Germania mori, non avevo dubbi sul fatto che morire pro amico sarebbe stato lo stesso. I giovani tra i sedici e i diciotto anni uniscono in sé un’innocenza soffusa di ingenuità, una radiosa purezza di corpo e di spirito e il bisogno appassionato di una devozione totale e disinteressata. Si tratta di una fase di breve durata che, tuttavia, per la sua stessa intensità e unicità, costituisce una delle esperienze più preziose della vita”

Buona lettura!

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