Sposati e sii sottomessa: la Spagna si indigna e l’italia no

E’ sicuramente degna di nota, anche se non è finita sulla prima pagina dei nostri principali quotidiani, la notizia che in questi giorni in Spagna abbia sollevato un polverone l’uscita del libro italiano “Sposati e sii sottomessa”. Pubblicato a luglio dalla casa editrice dell’ dell’arcidiocesi di Granada col titolo “ Cásate y sé sumisa”,  ha creato non poche polemiche.

Scritto dalla giornalista Rai Costanza Miriano e pubblicato in Italia all’inizio del 2011, questo testo vuole essere un invito alle donne di oggi a riappropiarsi di quello che è (secondo l’autrice) il vero ruolo della moglie nella famiglia: ovvero quello di essere sottomessa al marito ed accogliere con gioia la nuova vita, ed ispirandosi, chiaramente, a quanto scritto da San Paolo nella Lettere agli Efesini.

E’ evidente come i nostri cugini iberici siano tutt’altro che indifferenti a certe tematiche. In un paese dove una legge che si chiama “Misure di prevenzione contro le violenze di genere” é stata approvata nel dicembre del 2004, “Sposati e sii sottomessa” risulta essere addirittura il “primo libro censurato in Spagna dopo la fine del regime di Franco”, come dichiarato dalla stessa autrice sul suo blog.

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Partito Popolare, Partito Socialista e Izquierda Unida, quindi un gruppo trasversale, hanno dato vita ad interrogazioni parlamentari in merito.  Addirittura Izquierda si è mosso con una raccolta di firme per vietarne la distribuzione e segnalandolo alle autorità giudiziarie. E il partito cattolico, che in passato non ha avuto problemi a combattere apertamente le nozze gay, ha preso apertamente le distanze da questo libro.
Quello che, tra le altre cose, unisce nella protesta tutte le parti è il fatto che il libro sia stato pubblicato proprio dall’arcidiocesi e con l’approvazione del monsignor Javier Martinez, conosciuto per le sue forti prese di posizione sull’aborto ( “agli uomini licenza assoluta, senza limiti, di abusare del corpo della donna“ qualora essa segua questa scelta). Tutti concordano sul fatto che la Chiesa non possa assolutamente pubblicare un manuale sulla sottomissione della donna, ritenuta ovviamente ad un passo soltanto dalla violenza di genere.

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E da noi?

In un momento storico in cui, In Italia, la figura femminile è troppo spesso svilita da pubblicità sessiste, da bunga bunga e soprattutto, dove a volte, parlare di femminicidio dà quasi fastidio, ecco che questo libro passa quasi in sordina. Alcuni lo hanno considerato semplicemente folcloristico, qualcuno ha fatto della facile ironia, mentre alcune frange oltranziste hanno colto la palla al balzo per portarlo quasi a esempio su come debba essere oggi la donna 2.0

Ma la domanda da porsi é forse un’ altra: perché oggi nel nostro Paese un testo simile,  che invita a essere sottomessa e pia, come nella miglior tradizione cattolica e  tipica delle società patriarcali e maschiliste, alla luce dei quotidiani fatti di cronaca nera, non suscita la stessa ondata di protesta sollevata in Spagna?

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