Laura Costantini e Loredana Falcone amiche da una vita sono due donne la cui scrittura risulta essere il cemento della loro amicizia.
Laura Costantini è una giornalista televisiva mentre Loredana un’impiegata la cui vita e riempita anche di suoi due figli.
Hanno pubblicato insieme molti romanzi quali: il noir “Viole(n)t red” per Bietti Media e il giallo “Fiume pagano”, primo di una trilogia per Historica Edizioni. Oltre a questi sono in uscita il secondo giallo della trilogia per Historica Edizioni, “Carne innocente”, e un romanzo storico western per Las Vegas Edizioni.
Di seguito l’intervista Livia Rocchi del F.I.A.E.
Voi siete uno dei rarissimi casi di scrittura in coppia. In Italia erano famosi Fruttero & Lucentini, e Sveva Casati Modignani, quando ancora il marito giornalista era in vita. E adesso voi.
Volete raccontarci come vi siete conosciute, incontrate nella scrittura e “abbinate” in un così ben articolato connubio? Qual è stata la “scintilla che vi ha unito e vi ha permesso di proseguire in questa avventura insieme”?
Ci siamo conosciute il primo giorno di scuola al liceo. Siamo capitate nello stesso banco. Abbiamo cominciato a parlare e scoperto che a tutte e due piaceva scrivere. Così abbiamo deciso di prendere tutti i nostri nuovi compagni di scuola e spedirli su un’astronave alla scoperta di cosa ci potesse essere oltre un buco nero. Il nostro primo romanzo insieme è stato un’avventura fantascientifica che i nostri malcapitati protagonisti leggevano a puntate con enorme entusiasmo.
Per quanto riguarda la scrittura, c’è qualche caratteristica di Laura che compensa qualcosa che manca a Loredana o viceversa?
Laura è la maestrina dalla penna rossa, quella che corregge gli errori prima ancora che vengano fatti, che si accorge di doppie spaziature o virgole fuori luogo. Loredana è quella che scrive di getto e guai a interromperla durante l’atto creativo, potrebbe mordere.
Come scrivete in coppia? Vi incontrate e discutete della trama, vi mandate per email il testo e poi lo correggete? Volete raccontarci come avviene il processo creativo a due, o dare qualche consiglio a chi volesse imitarvi?
Senza voler essere presuntuose, per scrivere insieme come facciamo noi c’è una sola strada: vivere a strettissimo contatto per almeno una trentina d’anni. Noi scriviamo quando siamo insieme, nella cucina di Lory, davanti al portatile. Non è possibile spiegare il metodo, perché un metodo non esiste. Ormai sfioriamo la totale telepatia. Però, a volersi sforzare, il segreto potrebbe essere non aver perso di vista le due ragazzine che si divertivano a mettere in mezzo ai pasticci i loro compagni di liceo, manovrando i personaggi così come avevano manovrato le bambole fino a poco prima. Ovviamente la scrittura di allora era acerba. Nel mezzo ci sono stati anni di studio, di letture quanto mai eterogenee, di esercizio continuato.
Per scrivere in coppia preferite la meticolosa pianificazione dell’opera o lavorate “a briglia sciolta”? E se scrivete da sole, cambiate metodo?
Ci documentiamo a tappeto, ci forniamo di schede per i personaggi in modo da evitare quegli errori assurdi tipo il personaggio X che inizia con gli occhi azzurri e un forte tabagismo e finisce con gli occhi neri e un atteggiamento salutista. Costruiamo cartine per le location e un abbozzo di trama. Poi lasciamo che la storia ci prenda per mano e, nel caso, sconvolga tutti i piani. È successo più di una volta. Da sole scriviamo poco, qualche racconto o, come nel caso di Laura, un petit cahier di viaggio edito da Historica Edizioni nella collana diretta da Francesca Mazzucato.
Ma era un omaggio a New York, non una storia.
Discutete mai per un percorso narrativo che una vorrebbe far intraprendere a un personaggio e magari non rispecchia la visione dell’altra? Oppure siete sempre in sintonia anche su questo?
Discutiamo, sì. Alle volte litighiamo, pure. La sintonia è la nostra condizione principale, ma quando arriviamo al contrasto poi la storia ne guadagna. E comunque non arriviamo mai a strapparci i capelli. Il che rende molto infelici tutti coloro che sono convinti che due donne non possano lavorare insieme senza essere invidiose l’una dell’altra, senza volersi reciprocamente prevaricare. Infatti sembra sia molto strana una coppia di scrittrici. Fruttero e Lucentini erano uomini e quindi capaci di collaborare. Sveva Casati Modigliani erano una coppia di marito e moglie, quindi legati da un rapporto diverso. Noi siamo una specie di caso unico. Un’eccezione che confermerebbe la regola. Non ci crediamo, ma tutti ne sono convinti e quindi…
L’ultima vostra fatica? Cosa state scrivendo o avete appena terminato di scrivere?
Abbiamo appena finito di scrivere “Carne innocente”, il secondo giallo della trilogia per Historica. E per riposarci, abbiamo appena ripreso in mano un vecchio progetto su una storia un po’ intricata che si svolge in un castello. Senza scrivere, senza immaginare storie, senza creare mondi paralleli non ci sappiamo proprio stare.
Avete un sogno nel cassetto, un’idea o progetto futuro al quale non avete ancora lavorato?
Un sogno, enorme, ce lo abbiamo. Riuscire a vivere delle nostre storie. Scrivere a tempo pieno. Dedicarci alla cosa che ci rende vive e felici senza doverci ritagliare spazi tra i mille impegni che costellano la vita di una donna. Dubitiamo che sia un sogno realizzabile. Anche perché scriviamo ciò che ameremmo leggere, fregandocene di quelle che sono le leggi del mercato o delle tendenze che vanno per la maggiore. Un peccato che difficilmente il mondo editoriale vorrà perdonarci.
C’è una domanda che non vi hanno mai fatto e che vorreste vi facessero?
Vorremmo che ci domandassero se ci siamo accorte che gli scrittori uomini hanno molte più chance di successo delle donne. E risponderemmo che sì, ce ne siamo accorte eccome. Così come ci siamo accorte che i lettori uomini prediligono autori del loro stesso sesso, partendo dal presupposto che le donne sappiamo scrivere solo d’amore, di famiglia, di sesso, di figli, di complessi rapporti di coppia. Così come ci siamo accorte che gli editori preferiscono gli autori alle autrici (a meno che non siano adolescenti pruriginose oppure adolescenti in trip da elfi, fate e nani). Così come ci siamo accorte che i premi letterari sono predominio quasi esclusivo dei maschi. Così come ci siamo accorte che perfino la creatrice di Harry Potter per essere presa sul serio ha dovuto firmarsi J.K. per non far scoprire di essere femmina.
E risponderemmo, anche, che sia come sia, ce ne freghiamo e continuiamo a seguire la nostra passione. Firmandoci sempre e solo Laura e Loredana.
Grazie per aver risposto alle nostre domande,
Grazie a voi,
Laura Costantini e Loredana Falcone