Salute: gli italiani non investono abbastanza in prevenzione

L'Italia non si impegna a sufficienza nel prevenire le malattie. A dirlo sono i dati OCSE, secondo cui gli italiani destinerebbero soltanto 193 pro capite in prevenzione, contro i 550 di danesi e austriaci, i 468 dei tedeschi e i 381 dei francesi. Un trend, questo, che lascia scoperti numerosi interrogativi e che pesa tantissimo sui ricoveri e le spese sanitarie destinate agli over 65.

Prevenzione: la chiave per una vita lunga e sana

La prevenzione è l’unica strada possibile per mantenere una buona salute e ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche come diabete, ipertensione, tumori e patologie cardiovascolari. Adottare uno stile di vita sano non vuol dire soltanto evitare il fumo o fare attività fisica regolare, ma implica una cura costante dell’alimentazione, della salute mentale e, soprattutto, la necessità di sottoporsi a screening e controlli medici periodici. In un mondo nel quale stress e cattive abitudini la fanno da padrone, diventa sempre più importante affidarsi a strumenti che aiutino ad assumere scelte adeguate e consapevoli. Redcare, piattaforma il cui obiettivo è guidare le persone verso uno stile di vita più equilibrato, lo sa bene, ragion per cui ha deciso di mettere a disposizione dei propri utenti centinaia di articoli dedicati al benessere psicofisico. Redcare offre un supporto personalizzato attraverso guide e consigli utili ma, soprattutto, un’offerta ampia e adatta alle esigenze di tutti. L’obiettivo è fornire un aiuto concreto e accessibile a chiunque desideri prendersi cura della propria salute, curando ma anche prevenendo. Grazie alla tecnologia, Redcare semplifica ciò che a volte appare complesso: adottare e mantenere abitudini sane, migliorare la propria alimentazione e le proprie prestazioni fisiche attraverso l’integrazione, curare eventuali disturbi nella maniera più adeguata possibile. In un’epoca in cui il benessere è considerato una priorità, strumenti come Redcare rappresentano un alleato prezioso per vivere meglio e più a lungo.

Gli italiani non sono abbastanza lungimiranti

Con soli 193 euro a testa destinati alla prevenzione, l’Italia è indietro rispetto alla media europea, che si assesta intorno ai 230 euro pro capite. A guidare la classifica dei Paesi più lungimiranti sono Danimarca e Austria, con circa 550 euro per cittadino. Scendendo nel dettaglio, gli italiani spendono il 4,6% in prevenzione e il 95,4% in cure. In sostanza, interveniamo soltanto in presenza di sintomi evidenti che, invece, dovremmo cercare di prevenire. Non è un caso, quindi, se gli italiani, nonostante i benefici offerti dalla dieta mediterranea, passino diversi anni della loro vita in cattiva salute: in assenza di screening adeguati e di uno stile di vita corretto, le malattie si manifestano più frequentemente e, soprattutto, lo fanno prima del previsto. Il rischio più grande legato a questa brutta abitudine è che il nostro sistema sanitario affondi sotto il peso dei costi legati alle cure destinate agli over 65. Ma come frenare questo circolo vizioso? Spendendo di più e meglio in prevenzione. A tal proposito, gli studi scientifici più recenti sostengono come per ogni euro investito in prevenzione se ne risparmino fino a tre domani in assistenza e cure.

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I numeri degli screening in Italia

Durante la due giorni degli Stati Generali tenutasi a Napoli, alla quale era presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’attenzione è stata rivolta in particolare sugli screening, fondamentali in termini di prevenzione almeno quanto i vaccini e l’alimentazione. A tal proposito, appaiono ancora troppo grandi le diseguaglianze regionali, con il Mezzogiorno che vede soltanto il 50% della popolazione coperta in maniera accettabile dai controlli medici periodici. Le regioni del Centro-Nord, invece, viaggiano tra il 70 e l’80%. La buona notizia è che le domande e le adesioni sono in costante aumento. Tuttavia, secondo i dati forniti dal Ministro della Salute Schillaci, nel 2023 su oltre 16 milioni di inviti ai vari test clinici in programma, hanno aderito agli stessi soltanto 7 milioni di persone. Circa il 60% della popolazione si è tirato indietro, per mancanza di tempo, voglia ma, soprattutto, di un’informazione adeguata.

Gli appelli del governo e del Ministero della Salute

Anche la premier Meloni e l’immunologo Alberto Mantovani si sono espressi lanciando un appello destinato soprattutto ai giovani, sottolineando come “ancora oggi un quarto degli italiani fumi e uno su sei consumi alcol in eccesso”. A gravare sui ricoveri e sulle cure ospedaliere è anche l’obesità, problema che coinvolge soprattutto i bambini e che vede il nostro Paese piazzarsi al secondo posto in Europa tra quelli più a rischio. La premier ha poi aggiunto: “l’obiettivo è realizzare un modello proattivo in grado di anticipare i problemi, prima ancora che questi diventino un’emergenza”. Parole che il Ministro Schillaci ha poi tradotto in fatti, affermando come il governo stia lavorando insieme al Mef affinché la spesa per la prevenzione venga finalmente considerata un investimento, sia dai cittadini che dalle istituzioni. L’obiettivo del governo è far transitare le spese per vaccini, screening e campagne educative dai costi del fondo sanitario a quelli in conto capitale, spalmabili su più anni.

Fonte Immagini: Depositphotos

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