Come ho curato la mia cervicale (no pubblicità, no medicinali) esperienza personale

Soffri di cervicale? Nella mia storia personale ho scoperto una carenza di vitamina B12 che ha cambiato il modo di vivere il dolore.

Importante: questo articolo racconta esclusivamente la mia esperienza personale. Il miglioramento che ho riscontrato è probabilmente frutto di una concomitanza di fattori, informazioni e anche di una certa dose di casualità.
Non vuole in alcun modo proporsi come cura alternativa né sostituire il parere di un medico o un percorso terapeutico personalizzato.
Per qualsiasi sintomo, dolore o dubbio è sempre fondamentale confrontarsi con il proprio medico di fiducia o con uno specialista.
Io stesso continuo a essere seguito dal mio ortopedico e dal mio fisioterapista, soprattutto nel caso in cui i sintomi o i dolori dovessero ripresentarsi.

La mia esperienza con la vitamina B12 e la cervicale: c’è davvero una relazione?

Per anni ho pensato che il mio problema alla cervicale fosse solo una questione di postura sbagliata, troppo lavoro al computer e un po’ di età che avanzava. Poi, quasi per caso, ho scoperto di avere una carenza di vitamina B12. Da lì è cambiato tutto, e oggi mi chiedo spesso quanto sia stata importante, nella mia storia personale, la relazione tra vitamina B12 e cervicale.

In questo articolo non voglio fare il medico – perché non lo sono – ma semplicemente raccontare il mio percorso: dai primi dolori, ai tentativi di soluzione, fino alla scoperta della carenza di B12 e ai cambiamenti che ho notato nel tempo.

Un dolore alla cervicale che non passava mai

Non saprei indicare un giorno preciso in cui tutto è iniziato. I problemi alla cervicale sono comparsi più o meno intorno ai 55 anni, probabilmente come somma di vari fattori: un’attività fisica forse troppo intensa, qualche movimento sbagliato e tante ore passate in posizioni non proprio corrette.

I sintomi, però, erano chiarissimi:

  • dolore fastidioso e spesso continuo,
  • formicolio,
  • rigidità del collo,
  • difficoltà nei movimenti più banali, come girare la testa per guardare dietro.
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La situazione era diventata limitante nella vita di tutti i giorni: guidare, lavorare, dormire bene… tutto era condizionato da quella sensazione di blocco nella parte alta della schiena e del collo.

Durante le visite, i medici riscontravano di volta in volta una marcata rigidità della zona e un’infiammazione presente a livello cervicale. Nulla di “strano” secondo loro, ma abbastanza per spiegare i miei dolori.

Dai trattamenti classici agli strumenti ortopedici

Come quasi tutti, ho iniziato con i consigli più comuni: riposo relativo, attenzione ai movimenti e alcuni rimedi per cercare di sfiammare e rilassare la zona. Il sollievo c’era, ma era sempre momentaneo. Passato qualche giorno, il dolore tornava a bussare alla porta.

A quel punto ho provato anche soluzioni più “meccaniche”, cercando di migliorare la postura e la qualità del riposo notturno. Mi hanno suggerito:

  • un cuscino in pula di farro biologica, studiato per sostenere meglio il collo durante il sonno,
  • un massaggiatore portatile elettrico per il collo e la cervicale, con funzione di riscaldamento, da usare nei momenti di maggior tensione.

Devo dire che questi strumenti mi hanno aiutato a sentire un certo sollievo, soprattutto a fine giornata o dopo periodi di stress. Il calore e il massaggio distendevano un po’ i muscoli, e il cuscino mi dava una sensazione di supporto migliore durante la notte.

Però, ancora una volta, il beneficio era temporaneo: qualcosa migliorava, ma la causa profonda del problema sembrava ancora lì.

La svolta inaspettata: la scoperta della carenza di vitamina B12

La vera svolta è arrivata quasi per caso, senza che io la stessi cercando davvero.

Un laboratorio della mia zona proponeva un pacchetto di analisi complete in offerta per gli over 55. Ho colto l’occasione, pensando che un controllo generale non potesse che farmi bene. Ho fatto tutti gli esami del sangue previsti e qualche settimana dopo sono andato a ritirare i risultati.

Tra i vari valori, uno in particolare risultava fuori range: la vitamina B12 era bassa. Non in modo catastrofico, ma abbastanza da destare l’attenzione.

Ripensando agli ultimi mesi (forse anni), alcuni segnali c’erano:

  • stanchezza che non passava,
  • una certa “nebbia” mentale,
  • piccoli vuoti di memoria,
  • formicolii occasionali alle mani,
  • e ovviamente il mio problema alla cervicale.

Onestamente, però, non avrei mai pensato di collegare tutti questi sintomi a una carenza vitaminica. Per me erano solo pezzi di un puzzle sparsi qua e là.

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Integrazione di vitamina B12: cosa è cambiato davvero

Dopo aver parlato con il medico e aver valutato la situazione, ho iniziato un ciclo di integratori di vitamina B12 ad alta concentrazione. Non mi aspettavo miracoli, e soprattutto non pensavo che potesse avere a che fare con il dolore cervicale.

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Però, con il passare delle settimane, qualcosa ha iniziato a cambiare.

Ho notato:

  • una stanchezza mentale ridotta,
  • maggiore energia nelle attività quotidiane,
  • meno formicolii,
  • e, sorprendentemente, una riduzione del dolore e della rigidità alla cervicale.

Non è successo in un giorno, né in una settimana. È stato un miglioramento graduale, quasi silenzioso, che mi sono accorto di apprezzare quando mi sono reso conto che riuscivo a muovere il collo con più libertà e senza quel “blocco” continuo.

Dopo alcuni cicli mensili di integrazione, il sintomo è praticamente scomparso. Oggi, quando avverto qualche piccolo segnale di ritorno – un po’ di tensione, qualche fastidio – concordo un nuovo ciclo di integrazione e, nel giro di poco, i sintomi tendono ad attenuarsi.

Per me, quindi, la relazione tra vitamina B12 e cervicale non è più solo una teoria: è una parte concreta della mia esperienza personale.

Vitamina B12 e sistema nervoso: perché potrebbe influire anche sulla cervicale

La mia storia è personale e non ha alcuna pretesa di essere una regola universale. Ma quello che ho vissuto trova comunque una certa coerenza con ciò che la scienza ci racconta sulla vitamina B12 e sul sistema nervoso.

La vitamina B12, infatti, è coinvolta in processi fondamentali come:

  • la produzione e il mantenimento della mielina, la guaina che riveste e protegge le fibre nervose,
  • il corretto funzionamento dei neuroni e della trasmissione nervosa,
  • il metabolismo energetico delle cellule.

Quando la B12 è carente, il sistema nervoso può risentirne, e questo può tradursi in sintomi diversi da persona a persona:
stanchezza, formicolii, alterazioni della sensibilità, piccoli problemi di equilibrio, ma anche dolori di tipo nervoso o muscolo-tensivo.

Se pensiamo che la zona cervicale è attraversata da nervi e muscoli che lavorano in sinergia, non è così strano ipotizzare che una carenza vitaminica possa contribuire a rendere quell’area più vulnerabile, più sensibile al dolore o più lenta a recuperare in presenza di tensioni e infiammazioni.

Naturalmente, non significa che tutti i problemi di cervicale dipendano dalla vitamina B12. Sarebbe una semplificazione eccessiva. Però, nel mio caso, correggere questa carenza ha fatto una grande differenza.

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Ascoltare i segnali del corpo e non fermarsi alla prima spiegazione

Se c’è una cosa che ho imparato da questa esperienza, è che il corpo manda spesso segnali che noi tendiamo a sottovalutare o a isolare l’uno dall’altro.

Io per anni ho visto:

  • il dolore alla cervicale come un problema “meccanico”,
  • la stanchezza come una conseguenza dello stress,
  • i formicolii come qualcosa di passeggero.

Solo dopo aver fatto indagini più approfondite ho scoperto che esisteva un filo comune che collegava tutto: una carenza di vitamina B12.

Per questo, oggi, il mio invito è semplice:
se senti che qualcosa nel tuo corpo non torna, se i dolori sono persistenti o se hai sintomi che non riesci a spiegarti, non fermarti alla prima risposta comoda. Approfondisci, chiedi pareri, valuta anche l’ipotesi di controlli più completi, sempre con il supporto di un professionista della salute.

Un messaggio per chi soffre di cervicale e si sente bloccato

Se anche tu convivi da tempo con il dolore cervicale, so bene quanto possa essere frustrante. Ti senti limitato nei movimenti, stanco mentalmente, spesso incompreso da chi ti sta intorno (“Ma sì, è solo un po’ di torcicollo…”).

La mia esperienza personale non è una cura, né una ricetta valida per tutti. Ma vuole essere una testimonianza: a volte, guardare oltre il sintomo e considerare aspetti come lo stile di vita, l’alimentazione e persino le vitamine può aprire nuove strade.

La relazione tra vitamina B12 e cervicale, nel mio caso, si è rivelata importante. Non è stato un miracolo, ma il tassello che mancava in un puzzle che stavo cercando di completare da anni.

Se senti che qualcosa non torna, parlane con il tuo medico, chiedi se ha senso approfondire anche dal punto di vista nutrizionale e, soprattutto, non smettere di ascoltare il tuo corpo: spesso sa più di quello che immaginiamo.

Perché considerare anche le vitamine quando si parla di dolore cervicale

In conclusione, la mia storia vuole lasciare un messaggio semplice: quando si parla di dolori alla cervicale, non sempre la risposta è solo nella postura o nei cuscini, e non è nemmeno solo in una terapia specifica. A volte ci sono fattori nascosti, come una carenza di vitamina B12, che contribuiscono a mantenere un problema nel tempo.

Prendersi cura di sé significa anche concedersi il tempo di fare controlli mirati, chiedere spiegazioni, approfondire. Io l’ho fatto quasi per caso, con un pacchetto di analisi per over 55, e quella scelta ha cambiato parecchio il mio modo di vivere il dolore e il mio rapporto con il mio corpo.

Se stai cercando di capire qualcosa di più sulla tua cervicale, forse questo racconto può darti uno spunto: non fermarti alla superficie e non aver paura di fare domande. A volte, la risposta che cerchi è nascosta in un semplice valore di laboratorio.

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