Intervista a Morgan Palmas agenzia letteraria sul romanzo

Molti collegheranno il nome di Morgan Palmas al manuale “Come scrivere un romanzo in 100 giorni” pubblicato in rete qualche anno fa e ancora disponibile alla consultazione, oppure per il sito e la pagina Facebook “Sul Romanzo”, ma di recente, Sul Romanzo è diventata anche un’Agenzia Letteraria.

Abbiamo intervistato Morgan Palmas su quest’ultima attività de Sul Romanzo:

Chi è Morgan Palmas

In tutta franchezza, rispondere alla prima parte della domanda mi mette un po’ a disagio. Non mi identifico soltanto con il mio lavoro, neanche con le mie letture e tanto meno con le sole esperienze passate. Sono una persona di trentasette anni che cerca di impegnarsi ogni giorno a costruire qualcosa di motivante per affrontare l’inesorabile trascorrere del tempo e che prova a cercare di migliorarsi interiormente, non solo, ma soprattutto questo.

Come invece nasce il libro Sul Romanzo Agenzia Letteraria?

Sul Romanzo Agenzia Letteraria nasce grazie a una serie di consapevolezze che a un certo punto della mia vita mi sono apparse chiarissime. Diversi miei interessi, trovando un collante prima imprevisto, mi hanno permesso di investire tempo ed energie in un progetto che ancora oggi anima le mie giornate.

Negli USA la tutela da parte di un agente letterario è prassi ormai consolidata, al punto che anche gli esordienti si rivolgono a un agente e difficilmente si mettono a cercare un editore da soli. In Italia questo ancora non avviene. Secondo te perché?

Permettimi, se non dispiace, di puntualizzare. La situazione in Italia è cambiata molto negli ultimi anni, va tuttavia ricordato che le agenzie letterarie statunitensi sono nate e si sono sviluppate decenni prima di quelle italiane, e nel nostro paese fino a una quindicina di anni fa il mercato delle agenzie era ancora dominato da pochissimi protagonisti. Si pensi al ruolo di Erich Linder, divoratore di autori e artefice di numerosi successi fino alla sua scomparsa nel 1983. Il sistema era pressoché bloccato da questa figura eccezionale, ma anche ingombrante. Poi l’editoria italiana si è svecchiata, nuove agenzie sono nate (come non ricordare il prezioso lavoro di Luigi Bernabò, scomparso di recente, che lavorò per qualche anno con Linder all’inizio della sua carriera) e da alcuni anni ‒ parlando con i colleghi e confrontandoci ‒ siamo tutti dell’idea che il mercato delle agenzie letterarie sta maturando con celerità nella nostra penisola.

Ciò implica conseguenze positive e zone d’ombra. Parliamoci con chiarezza: le agenzie letterarie italiane godono di una fama non buona, alimentata purtroppo online da tanti scrittori frustrati convinti di avere fra le proprie mani un capolavoro.

Non mancano errori da parte degli agenti, sarebbe sciocco negarlo, eppure nell’immaginario collettivo il ruolo dell’agente in Italia è ancora considerato non necessario. Da tale contesto scaturiscono incomprensioni e ostilità fra autori e case editrici, perché se può sembrare chiaro che un 6% sul prezzo di copertina al netto dell’IVA è diverso da un 7%, gli spazi di interpretazione sul diritto di opzione, o sul diritto di prelazione, o sugli obblighi dell’editore o dell’autore, o sulla comunicazione dei rendiconti e la loro gestione rappresentano un terreno complicato per i piedi inesperti di uno scrittore nel 99% dei casi. Lo scrittore deve scrivere, al resto ci deve pensare l’agente letterario, prima lo si capisce, meglio è. Linder diceva: «Quando lei ha il mal di denti, si tira il dente da solo?».

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Come scegliere un editore

Scegliere un editore, per un esordiente o un emergente può essere relativamente facile, basta fare un po’ di ricerca mirata: consultare il catalogo delle case editrici e valutare se il proprio manoscritto sia in linea con le loro scelte editoriali, controllare se si tratti di casa editrice non a pagamento, eventualmente consultare la sezione dedicata alla distribuzione. Per la scelta di un’agenzia letteraria le cose sembrano essere più difficili. In base a quali caratteristiche si sceglie un’agenzia? E soprattutto, cosa fa di un’agenzia, l’agenzia giusta?

Relativamente facile? Non sembra ascoltando quanto mi confidano gli editor delle case editrici, l’esatto contrario! Si legga, per allargare la visuale, un articolo sulle case editrici a pagamento che abbiamo pubblicato di recente nel blog di Sul Romanzo. Vengo alle domande. C’è chi dirà che dipende dagli autori rappresentati, se sono importanti nel panorama editoriale; c’è chi dirà che dipende dalla qualità delle case editrici con cui collabora l’agenzia; c’è chi dirà che bisogna valutare il curriculum vitae dell’agente; c’è chi dirà che contano i contatti internazionali, così da poter eventualmente ampliare i confini di mercato; c’è chi dirà che è un fattore di empatia fra le parti coinvolte; c’è chi dirà che un percorso proficuo per uno scrittore, nel caso di un’agenzia seria, coincide con l’aumento degli anticipi e migliori condizioni contrattuali libro dopo libro; c’è chi dirà che dopo una chiacchierata con l’agente si può riscontrare affinità intellettuali in grado di porre la base sulla quale costruire un rapporto professionale. Ognuno ha la propria posizione a riguardo, nessuna è più giusta delle altre.

scrivere un libro in 100 giorni

L’agente letterario è utile come figura, può fare la differenza per un autore in Italia presso le case editrici?

Fa sempre la differenza se si lavora bene: in un contratto esistono tante e tali voci che possono essere migliorate, o si pensa che un editore sia un filantropo che ha a cuore le opere degli scrittori? La negoziazione con gli editori è forse la parte che più mi interessa e a volte rischio di diventare ossessivo se sono convinto che un mio autore meriti di più. Ricordo una telefonata estenuante con un editor durata circa un’ora nel 2012, riuscii fortunatamente a portare a casa quello che desideravo. Ero così felice che chiamai il mio autore e gli chiesi se era libero quella sera. Ci siamo incontrati a Verona e, raccontando ciò che era accaduto, ci siamo scolati una bottiglia di vino, un Lugana per la precisione. L’agente letterario può fare la differenza per un autore presso le case editrici, tuttavia non dimentichiamo il rapporto umano fra agente e scrittore, che favorisce la serenità di quest’ultimo nella scrittura, non solo in fase di negoziazione contrattuale.

Come agenzia letteraria ti occupi solo di scrittori già più che emergenti oppure nella tua scuderia hai anche scrittori esordienti se non addirittura soltanto aspiranti? Puoi citare qualche autore e/o romanzo che hai rappresentato e fatto pubblicare e con chi?

Rappresento tre scrittori con una carriera solida alle spalle, tutti gli altri, una quarantina, sono esordienti alla prima pubblicazione o alla seconda. Sto costruendo una scuderia di autori con cui lavoro bene e con correttezza. Inoltre, ho già perso per strada alcuni con i quali non c’era più feeling, si direbbe, o per divergenze rispetto al loro futuro. Mi piace ragionare sul medio e lungo periodo, senza guizzi estemporanei, perché non posso che concordare con il festina lente di Augusto.

Non ho ancora reso pubblici i nomi dei miei autori, scelta non casuale, vorrei prima rafforzare ulteriormente la scuderia e attendere il nuovo sito, su cui sto lavorando da tempo per creare qualcosa di nuovo nel panorama delle agenzie letterarie italiane.

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Ricevi molte richieste di valutazione di manoscritti?

Nel mese di dicembre abbiamo ricevuto 226 inediti per un’eventuale Rappresentanza. Ogni mese il numero cresce. Se ti riferisci invece alla Valutazione Inediti, sono due o massimo tre al mese (gli autori sono sempre meno interessati a questo servizio).

Come dovrebbe essere e quali informazioni dovrebbe contenere una mail di presentazione efficace?

Per non stancare con i dettagli chi ci sta leggendo, rimando alla nostra sezione nel sito http://www.sulromanzo.it/servizi-letterari in particolare alla voce Rappresentanza.

Cosa non dovrebbe assolutamente contenere quindi quella mail?

Due cose: il desiderio di ostentare intelligenza e/o informazioni parziali rispetto a quanto chiesto espressamente.

Ci sono agenzie che chiedono tasse di lettura del manoscritto prima di decidere se prendere l’autore in rappresentanza. Ma ci sono correnti di pensiero che affermano che l’agente, come l’editore, non deve chiedere nessun contributo preventivo all’autore. Tu cosa ne pensi?

Ho cambiato opinione nel tempo. All’inizio ritenevo opportuno che vi fosse una tassa di lettura, poi ho scelto di toglierla, lasciando a pagamento soltanto la Rappresentanza Prioritaria in 20 giorni. Provo a spiegare in breve la ragione del cambiamento. Nel 99% dei casi ero costretto con la tassa di lettura a rispondere negativamente agli autori perché l’inedito si presentava ancora troppo debole per affrontare il mercato editoriale. Nella maggior parte dei casi le mail si moltiplicavano, anche per una forma di cortesia che mi faceva piacere avere nei confronti di chi chiedeva delucidazioni e consigli. Il problema è che tale pratica fagocitava tempo e in non rari casi, per diversità di vedute, finiva con toni crudi, insofferenti e aggressivi da parte di chi evidentemente non accettava le mie critiche al testo. Non solo. Negli anni sono entrato in contatto con colleghi stranieri (soprattutto statunitensi e inglesi), alcuni dei quali con decenni di esperienza nel settore, in taluni casi mi sono sentito un figlio redarguito per i propri errori. Confronti che mi hanno obbligato a rivedere la politica delle tasse di lettura, tanto diffusa in Italia quanto condannata in altri paesi. Mi piace pensare che ho subito il fascino dell’operatività anglosassone e un recente incontro con Andrew Wylie, il più potente agente letterario al mondo, mi ha convinto ancor più della mia scelta.

Diversa situazione se si parla di editing al testo, servizio che richiede tempi ed energie ben più considerevoli rispetto a una lettura. Sono entrato in contatto con autori che pensavano di arrivare direttamente nelle librerie, sicuri della qualità eccelsa del proprio testo, beata la loro ingenuità, oppure con autori che dicono: «Troppo stupido pagare un editing a un’agenzia se poi la casa editrice lo fa gratis!», significa non avere capito nulla di come si rapporta un’agenzia letteraria a una casa editrice, significa essere presuntuosi su argomenti assai più complessi di quanto qualsiasi forum o chattata o articolo vorrebbero palesare fra accuse, insinuazioni e affermazioni lapidarie. Permettimi una constatazione amara con i tuoi lettori: tanti aspiranti scrittori dovrebbero cambiare mestiere, questa è la verità e invece insistono, accusano, urlano, scaricano quintali di parole contro il sistema o contro qualcuno, e gli anni passano… anche per loro.

morgan palmas

Se un emergente volesse rivolgersi a Sul Romanzo Agenzia Letteraria per essere rappresentato cosa deve fare (a parte redigere la mail/lettera di presentazione efficace di cui sopra)?

Seguire con scrupolosità quanto richiesto e attendere un’eventuale nostra risposta. Se siamo interessati all’inedito, entro 90 giorni contattiamo l’autore.

Siete interessati a romanzi di genere in particolare e se sì quali?

Sì, in particolare thriller e fantasy. L’agenzia si sta rafforzando nella letteratura per ragazzi e lo young adult è il genere su cui stiamo investendo di più da circa un anno, per motivi che sarebbe lungo esplicitare in questa sede. Non abbiamo pregiudizi verso generi differenti, ciononostante i filtri si sono fatti di necessità più severi nel tempo.

E adesso una/due domande da “un milione di dollari”: come si diventa agente letterario?  Che servizi deve fornire un agente letterario allo scrittore che decide di rappresentare? Può aiutare il partecipare a qualche corso specifico sulle dinamiche editoriali tra quelli che si possono trovare facilmente sul web?

Non c’è un percorso standardizzato. Di sicuro aiuta essersi rapportati con l’ufficio diritti in una casa editrice, ma non è esclusivo. L’agente letterario è dotato di profonde conoscenze della contrattualistica editoriale e di una capacità di lungimiranza osservando gli scritti di un autore e i trend di mercato. Qualcuno sostiene che l’agente è anche un po’ psicologo con gli scrittori, non saprei rispondere in maniera univoca, ma non mi sento di negare l’affermazione basandomi sulle mie esperienze.

Qualsiasi corso che approfondisce le dinamiche editoriali potrebbe risultare utile, certo, dipende dai blocchi di partenza, non solo. Un esempio recente. Due ragazzi che conosco da qualche tempo mi hanno comunicato di avere partecipato a un corso editoriale tenuto da un noto scrittore, molto presente online: una perdita di tempo, soldi investiti per nulla, un fiume di parole inutili. La scelta di un corso va valutata con attenzione, senza farsi abbindolare dai nomi.

L’agente letterario è l’amministratore dei contratti editoriali dell’autore, cerca le migliori condizioni per il cliente, lo affianca nella sua carriera e soprattutto lo aiuta a evitare errori banali, sia nelle reazioni impulsive accettando vincoli al ribasso sia nei passi incerti nel complicato e affascinante mondo editoriale.

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