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ToggleEcco il nuovo libro di formazione di Stephen King “Joyland”.
Un ragazzo in cerca della sua strada, un lavoro estivo. Un luna park. Un fantasma.
I libri di formazione sono ormai un classico della letteratura di Stephen King, si pensi ad It con la banda di ragazzi che affronta il mostro che cerca di ucciderli, o a Carrie con la straordinaria protagonista omonima in grado di scatenare il terrore fra coloro che la vessano e ancora Christine con due adolescenti che cercano di diventare adulti e d’improvviso vedono le loro vite sconvolte a causa di un auto ed infine The body (Stand by me), come dimenticare la gita dei quattro ragazzi che vanno a trovare il cadavere di un ragazzo nel bosco. Anche in Joyland troviamo un ragazzo che si appresta a lasciare l’età dell’adolescenza per incamminarsi nel mondo degli adulti e naturalmente quale miglior rito di passaggio se non un lavoro?
“Da ventunenne, la vita è come una cartina stradale. Solo quando arrivi ai venticinque o giù di lì, cominci a sospettare di averla guardata capovolta, per poi esserne certo intorno ai quaranta. Arrivato ai sessanta, fidatevi, capisci di esserti perso nella giungla”
1973: Devin Jones è uno studente universitario, con il cuore infranto, deciso a raggranellare qualche soldo, cerca un lavoretto estivo. Incappa per caso in “Joyland”, il luna park di Heaven’s Bay una struttura non proprio nuovissima che però riscuote un certo successo. A Devin sembra un lavoro come tanti in cui si fatica, ma ci si diverte anche e si fanno amicizie ed esperienze. Il tutto contornato però da personaggi enigmatici: il bambino affetto da distrofia che incontra lungo la strada per arrivare al luna park, la veggente che lo mette in guardia ed in ultimo il fantasma che si aggira in una delle attrazioni. Infatti a Joyland, anni prima, un serial killer uccise una ragazza. Devin imbocca una strada impervia, finendo immischiato nella storia dell’assassinio e molto presto si rende conto che lui e coloro che gli stanno attorno sono in pericolo.
«Non vendiamo mobili o auto. Non vendiamo terreni o case o fondi pensione. Non abbiamo un programma politico. Noi vendiamo divertimento. Non dimenticatelo mai.»
Alla fine, Joyland non è soltanto uno dei tanti libri di formazione scritti da King, ma è come un esperimento di romanzo giallo con una spruzzata di paranormale. Dentro ci ritroviamo un po’ di Shining, un po’ di Christine, un po’ di Carrie insomma vari elementi che da sempre fanno da filo conduttore nella letteratura di King. King gioca bene sull’atmosfera in questo libro, che nonostante il fantasma, ha un che di rilassato e tranquillo, smorzato dalle predizioni e chiaramente da qualche piccolo e vago fenomeno paranormale.
Questo fatto sorprenderà molto chi invece si aspettava da King una storia dell’orrore. Pure essendo un romanzo molto simile alla produzione di King degli anni 70 e 80, a Joyland manca qualcosa: si avverte a tratti dell’amarezza, una sensazione d’incompletezza e di vuoto come se fosse accaduto qualcosa in quella storia che King non ha voluto raccontare. Il fantasma è decisamente una figura marginale, ecco perchè non dovete aspettarvi un horror, per metà il romanzo si concentra sulla maturazione di Devin e per metà sulla cattura dell’assassino che fino alla fine non si riesce a distinguere fra i vari personaggi che compongono il romanzo. Questa è una pecca, perchè preferibilmente si dovrebbero seminare degli indizi che permettano anche al lettore di comprendere chi è il colpevole, King invece non svela nulla fino all’ultimo. Ottima la resa dell’ambiente del luna park, del mondo dei giostrai con le abitudini, il linguaggio ed il codice del comportamento tipico.
Libro interessante, una lettura consigliata!
Buona lettura!