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Le piante velenose italiane sono tante: le sapete riconoscere? Bella domanda vero?
Ve la pongo perché mi è nato il dubbio grazie ad un post su facebook.
Dunque mi ero iscritta ad un gruppo sulla preparazione dei liquori casalinghi. L’altro giorno vedo un post e rimango scioccata: “Qualcuno mi può dare la ricetta per fare il liquore di stramonio?”.
Ora io non so se questo post fosse ironico o fosse vero, ma so che molte persone raccolgono le erbe, come i funghi, pur non conoscendole bene e rischiano l’avvelenamento.
Tradotto dall’inglese – Il foraggiamento è alla ricerca di risorse di cibo selvaggio. Colpisce l’idoneità di un animale perché svolge un ruolo importante nella capacità di un animale di sopravvivere e riprodursi. Wikipedia (inglese)
La raccolta delle erbe spontanee si è sempre praticata, oggi la pratica è stata modernizzata con il nome di foraging ma si tratta sempre di cercare cibi della natura gratuiti ed alla portata di tutti.
Ovviamente c’è un ma: come per i funghi vanno sapute riconoscere perché molte sono velenose.
Citiamo lo stramonio ma anche la cicuta.
Di seguito andiamo a riportare le varietà di piante velenose italiane più comuni.
La Lactuca virosa, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia botanica delle Asteraceae. Molto simile alla lattuga commestibile, si differenzia per il lattice bianco molto amaro, contenuto nelle parti aeree della pianta che contengono lattoni sesquiterpenici, ossia lactucina e lactucopicrina, che sono tossici per l’uomo.
La mancinella è una di quelle piante tossiche al contatto ovvero se si spezzano i rami, il liquido contenuto può irritare occhi e pelle. Anche i frutti sono velenosi, se ingeriti causano forte gonfiore della gola, problemi respiratori e gastrointestinali.
La tossina è detta hippomane. Il suo vero nome è Hippomane mancinella ed è originaria della Florida, dei Caraibi e delle Bahamas, dell’America Centrale e Meridionale.
Il cui nome è Datura stramonium meglio noto come erba del diavolo, in pochi sanno che fa parte della famiglia delle Solanaceae come patate, pomodori e peperoni. Ha un livello di alcaloidi molto concentrato soprattutto nei semi. Se ingerita: allucinazioni, grave nausea, crampi, dolori addominali e portare alla morte.
L’Aconitum napellus è una delle piante velenose italiane più tossiche, in greco il nome significa proprio pianta velenosa. E’ molto diffuso nelle Alpi “pianta velenosa”. Se ingerita causa bruciore della bocca, vomito, diarrea, irregolarità della pressione e del battito cardiaco. Può causare come e morte.
E’ una pianta originaria degli USA che contiene una quantità elevata di tremetolo, una sostanza altamente tossica, presente soprattutto nelle foglie e negli steli. Se ingerita causa crisi cardiaca e spasmi. Può essere letale. E’ velenosa anche per gli animali.
Lo conosciamo tutti per via dell’olio. Ha di velenoso i semi che se masticati rilasciano tossine letali. La tossicità di questa pianta è dovuta alla ricina, una sostanza che si trova nei semi: dai 4 agli 8 semi possono provocare la morte.
L’Abrus precatorius ha bacche di colore rosso, aventi una delle estremità di colore scuro. Contengono 3 microgrammi di abrina per bacca e causano la morte, causa inoltre disidratazione, nausea, malfunzionamento dei reni e del fegato prima del decesso.
Il Conium maculatum è molto famoso è una pianta erbacea altamente velenosa e può provocare la morte. Contiene alcaloidi. Tutta la pianta, anche in foglie, fusti, fiori e radici è velenosa ma soprattutto i frutti verdi.
Anche molte piante ornamentali sono velenose e occorrerebbe fare attenzione sia per i bambini che per gli animali domestici.
Vediamo quali sono le più comuni.
Il Nerium oleander è famoso per il suo veleno. E’ tossico per tutti, umani ed animali. Contiene oleandrina e diversi alcaloidi tossici. Se ingerita provoca tachicardia, disturbi gastrici, disturbi del sistema nervoso centrale. La pianta
ATTENZIONE: fra le piante velenose per i bambini questa è la più pericolosa: l’ingestione di una sola foglia basta per causare la morte del piccolo.
Pianta ornamentale molto bella che contiene tossine nelle foglie e nelle radici. Se ingerita causa: aridità della bocca, vomito, sensibilità alla luce, prurito, allucinazioni. È necessario l’immediato ricovero ospedaliero.
Il Taxus baccata, dell’ordine delle conifere, ha delle bacche particolarmente tossiche anche se tutta la pianta è tossica. Contiene alcaloidi cardiotossici, come la tassina. E può causare paralisi cardiaca o respiratoria, tremori, problemi respiratori, debolezza e problemi cardiaci.
E’ una pianta velenosa molto pericolosa per gli animali: cani e gatti potrebbero esser invogliati a giocarci e morderla ma il liquido bianco può avvelenarli. Fa parte delle piante tossiche al contatto perché il latte è urticante. Se parti delle piante vengono ingerite causano irritazione alla bocca e alla gola, vomito e diarrea.
Il Ilex aquifolium, o alloro spinoso, che si usa come decorazione a natale è tossico. Sono a rischio soprattutto i bambini attratti dalle bacche rosse che contengono saponine, teobromina, ilicina e ilixantina. Se ingerite causano nausea, vomito e diarrea. I sintomi iniziano a comparire dopo aver mangiato almeno 2-3 bacche.
E’ un rampicante con bacche di colore scuro, gli uccelli possono cibarsene ma l’uomo no. Le componenti glucosidi tossici e saponine possono anche portare al coma.
Fa parte delle piante tossiche al contatto: contiene saponine tossiche e un alcaloide velenoso che irrita le mucose e la pelle dell’uomo e degli animali. Se ingerito causa crisi convulsive e problemi gastrointestinali. Attenzione: potenzialmente mortale perché causa depressione respiratoria.
La lista è davvero molto lunga: mughetto, glicine, ginestra, azalea, calla ed iris.
Ogni tanto balzano alla cronaca notizie di persone finite in ospedale per aver ingerito piante velenose.
Molto comuni i casi di mandragora scambiata per borragine, bisognerebbe guardare la radice: quella della mandragora ha la forma umanoide.
Ed ancora lo zafferano bastardo scambiato per zafferano commestibile, la versione tossica contiene un alcaloide che causa bruciore alla bocca, nausea, vomito, diarrea sanguinolenta, aumento della frequenza cardiaca e dolori toracici, in alcuni e rari casi anche la morte come accaduto pochi giorni fa come scritto sul Fatto Quotidiano “Raccoglie fiori di “zafferano bastardo” e ci cucina la pasta: muore avvelenato”
Il veratro scambiato per genziana, anche se il veratro ha fiori verdi o biancastri e foglie ellittiche, senza picciolo, mentre la genziana ha invece fiori gialli punteggiati di bruno.
L’aconito al posto del radicchio selvatico e via dicendo.
Molto più spesso alcune piante vengono confuse con la cicoria selvatica.
La cicoria selvatica commestibile ha foglie seghettate con terminazione a punta di freccia. Rosetta basale ampia e ricca di foglie robuste e ruvide, pelose e dentate, con una nervatura centrale evidente. Il fiore è di colore violetto chiaro o azzurro con petali grandi e allungati.
ATTENZIONE: i sintomi di avvelenamento possono presentarsi entro 2 ore come entro 5. Se compare la sintomatologia chiamare immediatamente i soccorsi o recarsi in ospedale.
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