Chernobyl libri e interviste che raccontano il disastro

Torniamo a parlare di Chernobyl: abbiamo parlato di film e documentari stavolta con un approfondimento che riguarda libri ed interviste.

Il disastro di Chernobyl è stato l’evento che ha segnato uno spartiacque, insieme ad Hiroshima fra il prima e il dopo i disastri nucleari.
Come tutti sappiamo nel 1986 la centrale nucleare subì un grave incidente che comportò tanti danni all’ambiente ed alle persone.
Ancora oggi il fenomeno è continuamente oggetto di discussione, lo si studia, lo si racconta e si cerca di saperne sempre il più possibile.
Vediamo di seguito un elenco di libri che possiamo leggere sull’argomento.

I libri da leggere su Chernobyl

Preghiera per Černobyl’ – Svetlana Aleksievič

La giornalista Svetlana Aleksievič ci documenta, attraverso le voci dei sopravvissuti, di chi ha visto morire i propri cari, quella orrenda sera.
Che rapporto ha l’uomo con il nucleare? La sua presunzione di onnipotenza sarà la sua rovina? Sono alcune delle domande che la giornalista ucraina affronta.
All’interno del libro vari racconti come quello di Ljudmila Ignatenko, la moglie del vigile del fuoco Vasilij Ignatenko.

copertina del Libro Preghiera per Černobyl' - Svetlana Aleksievič
Preghiera per Černobyl’ – Svetlana Aleksievič

Chernobyl 01:23:40 di Andrew Leatherbarrow

Il 26 aprile 1986, all’01:23:40, Aleksandr Akimov si trovava lì al momento dell’arresto di emergenza del quarto reattore nucleare di Chernobyl.
In questo libro troviamo il frutto di cinque anni di ricerca con il resoconto dei fatti.
Da leggere per capire davvero cosa accadde dall’inizio.

copertina Chernobyl 01:23:40 di Andrew Leatherbarrow
Chernobyl 01:23:40 di Andrew Leatherbarrow

Chernobyl. Storia di una catastrofe nucleare di Sergej Plokhy

Serhii Plokhy, storico e scrittore di origine ucraina, ricrea minuto per minuto l’Armageddon nucleare.
Ci racconta le storie dei pompieri, scienziati, operai e soldati che lottarono per contenere i danni.
Il libro si basa su documenti dell’epoca, alcuni inediti e molti riservati, e sulla testimonianza diretta di chi c’era.

copertina del libro Chernobyl. Storia di una catastrofe nucleare di Sergej Plokhy
Chernobyl. Storia di una catastrofe nucleare di Sergej Plokhy

Cernobyl. La zona di Francisco Sanchez

Quali sono le storie umane dietro la catastrofe?
Dopo il terribile incidente tante persone lasciarono le proprie case per non farvi ritorno.
Questo libro è un omaggio a tutte le persone che hanno subito le conseguenze del disastro nucleare.

copertina Cernobyl. La zona di Francisco Sanchez
Cernobyl. La zona di Francisco Sanchez

Centrali nucleari. Chernobyl, Krsko, Fukushima e dopo? Di Giuseppe Nacci

Impossibile non pensare a Fukushima, un’altra Chernobyl sventata?
E’ l’11 Marzo 2011 ed il Giappone si trova ad affrontare la catastrofe di una delle centrali nucleari di Fukushima. Quanto è attuale il dramma dei disastri nucleari?

Copertina Centrali nucleari. Chernobyl, Krsko, Fukushima e dopo? Di Giuseppe Nacci
Centrali nucleari. Chernobyl, Krsko, Fukushima e dopo? Di Giuseppe Nacci
Leggi anche
Chernobyl come è oggi e Pripyat, la città fantasma - turismo nucleare

Ti ricordi Chernobyl? Di L. Venturi

Sono passati vent’anni dalla tragedia di Cernobyl e l’autore di questo libro presenta un’analisi sui fatti, le conseguenze dell’incidente.

Niet problema. Chernobyl 1986-2006 di Pierluigi Senatore

Si tratta di un volume fotografico. A 20 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, circa 7 milioni di persone sono ancora esposte al rischio contaminazione, le fotografie ci ricordano quanto si attuale questo disastro.

Il ciclista di Chernobyl di Javier Sebastián

Copertina Il ciclista di Chernobyl di Javier Sebastián

Vasilij Nesterenko era un fisico nucleare: nel 1986 lavorava per l’esercito quando si è verificato l’incidente. Il suo compito insieme all’équipe di scienziati era estinguere l’incendio del reattore numero 4.
E’ stato abbandonato in un self-service sugli Champs Élysées.
Vasilij Nesterenko ha visto, sa, ed è per questo che è in pericolo, eppure il suo primo pensiero è quello di tornare a Pripjat’, la città fantasma.

Benvenuti a Chernobyl. E altre avventure nei luoghi più inquinati del mondo di Andrew Blackwell

Abbiamo già parlato di turismo del disastro e se siete sempre interessari all’argomento uesto è il libro che fa per voi.
Andrew Blackwell ci parla dei luoghi più inquinati della Terra: da Chernobyl a Kanpur; l’India con le discariche industriali illegali, l’Amazzonia deturpata dallw coltivazioni di soia, per arrivare alle fabbriche in Cina ed alle miniere di carbone.

The weird and the eerie. Lo strano e l’inquietante nel mondo contemporaneo di Mark Fisher

Mark Fisher scrive un saggio su una Chernobyl ricca di fascino e pregna di fallimento: i misteri, il pericolo e l’accesso vietato.

Una passeggiata nella zona di Markijan Kamyš

L’autore è  figlio di un liquidatore di Chernobyl.
Ogni anno si reca, zaino in spalla, nella zona proibita per fare una passeggiata. L’autore ci racconta uno scenario post apocalittico, un mondo spettrale che sopravvive nonostante tutto.

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Chernobyl e Pripyat, quando saranno abitabili e perché si può vivere a Hiroshima?

Chernobyl di Francesco M. Cataluccio

Chernobyl ha più significati diversi: nell’era moderna è sinonimo di atomo e di radiazioni misurate con contatori geiger, per chi ci ha abitato quelle terre il passato è disseminato di massacri, deportazioni, guerre e carestie.
Questo libro è un viaggio nel passato di questa regione martoriata.

L’ultimo amore di Baba Dunja di Alina Bronsky

Quest’autrice di lingua tedesca che vive ormai lontano da quell’Unione Sovietica che fu la patria e la casa dei suoi nonni e genitori ci parla della nostalgia delle terre lontane.
Baba Dunja, è tornata a vivere a Ĉhernovo, dopo l’incidente, dove una piccola comunità sopravvive coltivando la terra e allevando animali, lì dove la terra è contaminata sopravvive la vita.

Le testimonianze delle vittime di Chernobyl

Il reportage di Tom Skipp

Il reportage di Tom Skipp
Un gruppo di Liquidatori Chernobyl (foto Tom Skipp)

Tom Skipp ha fotografato alcuni dei superstiti in un suo reportage, tra cui Zavorotnya, Svetlana, e Markin Nikolaevich.
Valentin Vasilyevich, 80 anni, ha raccontato al fotografo Tom Skipp: «Pensavamo che saremmo rientrati nel giro di tre giorni, e invece non siamo più tornati», lui viveva a Pripyat.
Markin Nikolaevich ha detto «Io non avevo paura; erano le radiazioni che avevano paura di me» anche lui veniva da Pripyat, come la maggioranza dei lavoratori dell’impianto atomico attivo dal 1977.
Vasiliy Razumenko, 95 anni e vita da eremita, è stato fotografato nella sua casa posta all’interno del «raggio di esclusione» dove non dovrebbe vivere. A Tom ha detto: «Dì ai miei compagni che questo vecchio bastardo è ancora vivo».
Galina Koshevaya racconta: «Sono cresciuta in un orfanotrofio, e il mio destino è il mio. Se lavori da qualche parte, ti senti responsabile del tuo posto di lavoro. Quando c’è stato l’incidente, certo che avevo l’anima in fiamme: ma ho pensato solo a rendermi utile».
Alexey Vitalievivich, 70 anni, liquidatore dice: «Non mi pento di niente, nessuno ci ha costretto a lavorare» e Anatoly Kasianovich aggiunge: «Abbiamo fatto il nostro dovere. E sapevamo che lo Stato si sarebbe preso cura di noi».
Svetlana Zaharchenko racconta di quella notte dell’aprile 1986: il cielo in fiamme verso la centrale. «Venite a vedere, bambini. Era una vista magnifica. Una luce viola che non avevamo mai visto. Nessuno poteva immaginare che la morte potesse sembrare così bella».

Lyudmila Ignatenko e la verità sulla serie tv

Lyudmila Ignatenko, vedova di uno dei pompieri uccisi dalle radiazioni, parla alla BBC: “La serie è piena di errori”.
Pare che nessuno le abbia chiesto il consenso perché la storia venisse raccontata in una serie tv.
“Quando ho saputo che sarebbe stata fatta una serie tv in cui veniva raccontata anche la mia storia mi sono preoccupata. Non avevo dato il permesso a Hbo e ho sentito il dolore che riaffiorava. I giornalisti mi hanno assediato, hanno preso a calci la mia porta. Volevano a tutti i costi che concedessi interviste”.
Lyudmila era sposata con uno dei primi soccorritori giunti sul luogo dell’esplosione e non sopravvissuto alle radiazioni.
A quanto pare nessuno le ha detto nulla della serie tv: “Non mi hanno mai avvisata. Un giorno ho ricevuto una chiamata da Mosca in cui mi veniva detto che stavano girando la serie tv a Kiev e in Lettonia. Sostenevano di aver provato a contattarmi, ma senza riuscirci. La serie è piena di bugie. Ma ci sono anche dettagli fedeli: io stessa avevo un maglione grigio identico a quello dell’attrice che mi interpreta”.

Guardate il video e selezionate i sottotitoli in italiano

Essere bambini a Chernobyl: Diana Medri

Diana Medri, è nata nel 1989 a Krasnopole, 300 chilometri a nord di Chernobyl.
Orfana dei genitori, morti a causa delle radiazioni, nel 2002 viene adottata da una famiglia italiana. Ha fatto parte dei “bambini chernobyliani” temuti perché contaminati o messi al buio per vedere se si illuminavano.
La situazione che lei ricorda, per quanto piccola fosse, è di bambini che giocano in mezzo al fango, l’evacuazione, gli scienziati stranieri negli scafandri e le scritte sui muri rivolte ai militari: “ Uomo gentile e caro, non cercare oggetti di valore, non ne abbiamo mai avuti. Utilizza tutto ciò che ti serve, ma non saccheggiarci la casa.. RITORNEREMO.”

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