Minimalismo: vivere felicemente con poco

Ne avete già sentito parlare?

E’ una nuova moda? No, direi che è più uno stile di vita.
A cosa serve? Perchè si vive meglio? Quante domande! E’ normale, siete curiosi? Approfondiamo l’argomento.

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In principio del minimalismo fu Fumio Sasaki

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Minimalismo nell’arte: Corrente artistica sviluppatasi tra il 1960 e il 1970 negli Stati Uniti d’America. Definita minimal art, ma anche strutture primarie, ABC art, antiform, cool art, topological art, è caratterizzata da forme semplici (minimal) Fonte www.treccani.it

Editor giapponese di 36 anni, diventato famoso come autore del libro “Fai spazio nella tua vita” che ho avuto il piacere di leggere.
Sasaki era un “materialista”, possedeva tante cose, accanito collezionista di cd, libri e quant’altro aveva la casa invasa.
Un giorno si rende conto che tutto questo non lo rende felice, che ha perso un sacco di tempo dietro cose vuote, insignificanti che gli affollano la vita.
E qui la svolta: Sasaki si libera di tutto e adesso vive con l’essenziale.
Ecco una parola chiave del minimalismo: l’essenziale.

 

La semplicità è l’essenza dell’universalità.
Gandhi

Perchè adottare il minimalismo?

Osservate ciò che vi circonda: è una lotta a chi compra e possiede di più, lo shopping compulsivo è una malattia, le nostre case scoppiano per via di tutta la roba che vi accumuliamo dentro.
Il risultato? Un sacco di soldi che se ne vanno, un sacco di tempo passato a cercare/pulire/riordinare o al peggio non trovare (o non sapere) di avere la tal cosa e ricomprarla.

Perchè ho scelto io personalmente il minimalismo?

  • apro l’armadio e so subito cosa mettere
  • riordinare è una roba di minuti non ore
  • mi sento più libera
  • ci metto pochissimo a trovare ciò che cercoIl mio sogno? Tutte le mie cose in una valigia e sarebbe anche fattibile se non fosse per il fatto che amo i libri (anche se ne ho molti di meno).

La semplicità è la necessità di distinguere sempre, ogni giorno, l’essenziale dal superfluo.
Ermanno Olmi

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Come si diventa minimalisti?

Credo che ci si approcci al minimalismo quando si sente una spinta interna.
Come Sasaki ad un certo punto mi è scattata una molla dentro e non volevo più essere circondata da cose superflue.
Alcuni ci sono arrivati tramite Marie Kondo e il suo “Il potere del riordino” perché c’era troppo disordine attorno a loro.

Il decluttering e il downshifting

La mia molla è stata anche la curiosità verso il decluttering (liberarsi del superfluo) e il downshifting ovvero la decrescita felice. Produrre, guadagnare, spendere e vivere stressati. Ho detto no grazie.

Il primo passo consiste nel trovare la motivazione, se questa non c’è non è il caso di tentare.

Se invece c’è bisogna iniziare a farmi domande:

  • li ascolto tutti quei cd? Da quanto tempo stanno lì a prendere polvere?
  • mi piacciono tutti quei libri che ho sullo scaffale? Quanti ne ho letti davvero?
  • li uso tutti quei vestiti nell’armadio? Quanti sono fuori taglia/vecchi/macchiati/brutti/mai usati?
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E così si passa al vaglio tutta la casa.

Poi ci si chiede come ci si sentirebbe a dar via questo o quello, non necessariamente buttare ma anche vendere e regalare.

Quindi si parte con un piccolo passo che può essere ad esempio il progetto 333: consiste nel vestirsi per 3 mesi con non più di 33 capi di abbigliamento.

Ecco le regole:

  • I 33 capi di abbigliamento includono vestiti, accessori (cinte, etc.), gioielli, giacche e scarpe.
  • Le fedi e altri gioielli con cui abbiamo un legame affettivo, la biancheria intima e il vestiario da palestra non va contato nella lista dei 33 capi.
  • Una volta scelti i 33 capi da indossare nei successivi 3 mesi, tutti gli altri oggetti di abbigliamento vanno sigillati in uno scatolone.
  • Se alla fine del tempo siete riusciti a non aprire lo scatolone tutto quello che c’è dentro non vi serve.
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Essere minimalisti cambia la vita?

Decisamente sì: ci penserete due volte prima di spendere per qualcosa che non userete e che vegeterà in casa vostra prendendo polvere inutilmente.
Mi serve davvero quel vestito nuovo?

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Probabilmente no, allora userò quei soldi per andare al cinema/pranzare fuori/farmi un massaggio in una spa.
E la musica? E i film? C’è internet, vi bastano un tablet o un pc (e comunque nessuno vi vieta di avere la tv).
E i libri? Io compro all’usato e poi se mi piace lo tengo se no lo vendo o lo regalo, ci sono i bookcrossing e le biblioteche, ci sono i gruppi di scambio.

Il BookCrossing è un’iniziativa di distribuzione gratuita di libri che ruota intorno all’esistenza di un elenco di volumi identificati da un codice unico, attraverso cui è possibile seguire la traversata del libro, e il suo incrociarsi con i lettori Wikipedia

E tutti quei bellissimi accessori/arredi/pigliapolvere inutili? Non saranno più una tentazione.
Perchè perdere tempo a spolverare/riordinare/pulire quando c’è di meglio da fare?

Essere minimalisti non è difficile ma da dipendenza, provare per credere.

Guarda il video di come fare downshifting dell’armadio

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