Carnevale in Sardegna: alla scoperta delle maschere e delle tradizioni (Video)

Il carnevale in Sardegna è davvero particolare:

ogni paese ha le sue maschere, i suoi riti e le sue simbologie.
I riti del carnevale sardo affondano le loro radici nelle simbologie pagane, nelle tradizioni legate alla terra, alle attività agro pastorali ed alle antiche divinità che venivano adorate nell’isola.
Ci avventuriamo in un tour alla scoperta del carnevale sardo.

Carnevale in Sardegna: il nord

A Mamoiada troviamo il carnevale più conosciuto dell’isola in cui sfilano i Mamuthones e gli Issohadores. I primi sono vestiti con pelli di pecora, hanno maschere di legno e pesanti campanacci sulla schiena, i secondi portano fazzoletti da donna sulla vita e sul capo, hanno lazzi e indossano una maschera bianca. Non è previsto che sfilino le donne ma gli Issohadores richiamo elementi tipici femminili. I Mammuthones danzano battendo i piedi per richiamare la pioggia.

I Mamuthones sono, assieme agli Issohadores, maschere tipiche del carnevale di Mamoiada in Sardegna. Le due figure si distinguono per i vestiti e per il modo di muoversi all’interno della processione: i Mamuthones procedono affaticati e in silenzio mentre gli Issohadores vestono in modo colorato e danno movimento alla processione. Wikipedia

Mamuthones
Mamuthones

Lula e Orotelli

Ad Orotelli incontriamo maschere come gli Thurpos (ciechi), figure sprovviste di maschere che si aggirano per il paese con il volto annerito dalla cenere di sughero e simboleggiano il rapporto tra uomo e animale, tra padrone e servi.; mentre a Lula c’è il Battileddu, lo scemo del villaggio che si trascina per le vie del paese sporco di sangue.

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Ottana

Ad Ottana troviamo i Boes e Merdules che simboleggiano il dominio dell’uomo sugli animali, i Merdules raffigurano i padroni dei Boes che vengono “addomesticati” e tenuti a bada in piazza tramite lacci e corde. E’ anche presente la maschera de Sa Filonzana, un personaggio femminile: un’anziana zoppa e gobba vestita di nero intenta a filare la lana, è sempre un uomo comunque. Il filo rappresenta la vita e lei è pronta a tagliarlo con un paio di forbici davanti a chi non le offre da bere; così tutti si affrettano ad invitare la parca evitando spiacevoli conseguenze.

Issohadores
Issohadores carnevale sardegna

Fonni

Qui le maschere sono scatenate: corrono, saltano e si arrampicano, sono gli Urthos e Buttudos ovvero gli orchi e i loro domatori. S’Urthu raffigura il dio dei morti e delle tenebre, l’orco, che viene domato e sacrificato dai Buttudos in cambio di fertilità e benessere. Le maschere hanno il volto nero, gli orchi sono vestiti di pelli animali e legati in vita dalle catene.

Carnevale in Sardegna: l’oristanese

Fra Bosa ed Oristano il carnevale è un attimino differente, nell’oristanese è presente la Sartiglia, festa medievale in cui uomini mascherati corrono sopra dei cavalli e cercano di infilzare con un fioretto una stella appesa, è un auspicio di buon raccolto.

A Bosa il carnevale è a tema lutto: le maschere indossano il costume tradizionale fatto di gonna lunga, corsetto e ampio scialle nero.

Le maschere portano in braccio una bambola di stracci (rappresentate re Giorgio) e si lamentano camminando per le vie, chiedono unu Tikkirigheddu de latte per il bimbo. La notte del martedì grasso si indossa una maschera bianca e si festeggia il re del carnevale: Giolzi Moro, re Giorgio. Il lamento è una farsa per piangere il re bruciato sul rogo.

Issohadores
Issohadores carnevale sardegna

Il carnevale in Sardegna: Tempio Pausania

E’ un carnevale molto famoso dove sfilano carri allegorici simili a quelli che si vedono in continente.
Nei pressi di Ulassai, Ogliastra, si brucia “Su Maimoni” il fantoccio carnevalesco.

La figura del re del carnevale è quasi sempre presente: schernito, bruciato e preso in giro, accompagnato di solito da sfilate di tamburini.

Di fondo come abbiamo visto in tutti i paesi sardi sono presenti riferimenti a riti ancestrali: il richiamo dell’acqua, la fertilità, il dominio dell’uomo sulla natura e sui demoni. Le figure femminili sono sempre presenti a testimoniare che siamo di fronte a società matriarcali e anche se le donne non sfilano ci sono. La donna è raffigurata in diversi modi: protettrice, dea che dispensa doni oppure colei che taglia il filo della vita. Troverete tutte queste informazioni visitando il Museo delle Maschere Mediterranee a Mamoiada.

 

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