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Toggle“Dove arriva un uccellino, prima o poi spunta una pianticella”.
”Fa le magie?” chiede Aurora.
“No. Gli è caduto un seme dal becco, mentre raspava il vaso”.
Avete mai chiesto a un bambino da dove vengono i fagioli e le zucchine? Vi siete mai sentiti rispondere: “Dal supermercato”? Se la risposta è “Sì” e oltre alla grande tenerezza ha suscitato in voi anche un po’ di apprensione, dovete sapere che in libreria esiste un antidoto al sempre maggior abisso che allontana i bambini (e i grandi) dalla natura; un distacco pericoloso, poiché si traduce in distacco dalla realtà. Eppure, cosa può essere più degno di interesse e consapevolezza di ciò che mettiamo nel piatto, facciamo entrare nella nostra bocca e va a formare le cellule dei nostri muscoli, scorre nel nostro sangue, alimenta il nostro cervello? Frastornati da spot, rassicurati da etichette, non ci si ferma a riflettere sulla storia di ogni nostro boccone. Eppure tutto ha una storia, un percorso, un perché, una vita segreta.
Per rifletterci sopra, a dicembre è uscito Benvenuto, pomodoro! albo illustrato per bambini dai tre anni in su. La storia è scritta da Anna Lavatelli una delle più note autrici per l’infanzia, vincitrice di molti premi tra cui il Battello a Vapore e il premio Andersen-Baia delle Favole. La sua penna ci suggerisce che un orto può essere una nave nella tempesta, può coprirsi di spine e colori, curiosità, fantasia e profumi impensabili di fronte alle scatolette del supermercato. Le immagini dell’illustratrice Alessandra Cimatoribus sono suggestive, delicate e fiabesche, tanto da far prendere il volo alle parole, proprio come un piccolo seme nel vento. Chi acquista l’albo può ricevere una bustina di semi di pomodoro che permetterà ai bimbi e ai loro genitori di prolungare la magia della lettura partecipando direttamente a quella della natura.
Perché raccontare la storia… di un pomodoro?
“L’idea nasce dalla volontà di rappresentare narrativamente l’interesse recuperato per gli orti, una tendenza positiva che si sta facendo strada nel nostro Paese”, racconta l’autrice Anna Lavatelli. “Molti comuni hanno avviato progetti in questo senso, offrendo aree alla coltivazione di privati. Anche le scuole, quelle più attente a quel ‘saper fare’ che la contemporaneità va perdendo, hanno saggiamente introdotto esperimenti di piccole coltivazioni”.
Saper coltivare la terra è solo “una questione pratica”, un modo di mettere qualcosa nel piatto, e quindi nella pancia?
“L’orto è un ‘melting pot’ di saperi, un ‘banco di scuola’ che ci rimette in contatto con la natura. L’orto è probabilmente un desiderio atavico sopito dalle necessità della vita attuale: tutti infatti abbiamo sul davanzale della finestra una piantina di prezzemolo o di basilico, di rosmarino o di menta salvia… Non solo perché quelle pianticelle servono per cucinare, ma perché piace prendersene cura.”
Come si fa a trasformare una cosa concreta come l’orto in una fiaba? Dov’è la magia?
“Nel mio breve racconto l’orto si fa su di una grande terrazza ed é un orto incredibilmente rigoglioso. Non poteva essere altrimenti: dove non c’è più la mano fatata delle vecchie fiabe, ma l’incredibile spazio fantastico percorribile nel presente, si rende indispensabile un immaginario potente. In questo caso un ‘pollice verde’ e un ‘testimonial’ straordinari, capaci di trasformare i desideri in realtà.”
Editore: Interlinea
Collana: Le rane grandi
Pagine: 36