Arricchimento senza giusta causa

Quando si può parlare di arricchimento senza giusta causa ?

Si pensi al caso in cui un signore apra una discoteca vicino ad un già esistente ristorante che, per tale motivo, veda improvvisamente incrementare la propria clientela e, conseguentemente, i propri guadagni.
Sembrerebbe, pertanto, che il gestore del ristorante si stia arricchendo per merito della discoteca; per cui, ci si chiede se il gestore della discoteca possa avanzare una pretesa per l’arricchimento provocato al titolare del ristorante.
Potrebbe essere accolta tale pretesa ?

Cause che escludono tale obbligo

A prima vista, parrebbe di sì; tuttavia, ad escludere che vi sia tale obbligo, vi sono due ragioni.
La prima risiede nel fatto che, quando all’arricchimento abbia cooperato anche l’attività dell’arricchito (nel nostro esempio, del titolare del ristorante), non sarebbe facile stabilire quanto di tale arricchimento si deve appunto all’arricchito e quanto all’attività dell’arricchente.
Ossia, per restare a nostro esempio, quanto dipenda dall’attività della discoteca e quanto dal ristorante.
La seconda ragione risiede, invece, nella necessità di una tutela contro gli arricchimenti imposti: ossia, nella impossibilità di consentire che l’iniziativa di un terzo (nel nostro esempio del gestore del ristorante), che determina l’arricchimento, non comporti una spesa.
In buona sostanza, perciò, chi si è visto arricchire il suo patrimonio, non deve nulla a chi, con la sua discrezionale iniziativa, abbia determinato tale arricchimento.

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Quali sono i presupposti per obbligare l’arricchito a dare un indennizzo ?

arricchimento senza causa

Quand’è perciò che la legge prevede tale obbligo per l’arricchito ?

La possibilità di intraprendere una causa per l’arricchimento è ammessa solo se l’arricchimento abbia causato un impoverimento, ossia una diminuzione patrimoniale.
I nostri Tribunali, in buona sostanza, stabiliscono che per avere possibilità di vedersi accogliere una domanda di arricchimento, occorrono contemporaneamente i seguenti requisiti:

  1. l’arricchimento di un soggetto: ossia, che qualcuno si sia approfittato, ad esempio, di lavori eseguiti su un proprio bene o di un servizio ricevuto da parte di un altro soggetto, senza pagarne il corrispettivo;
  2. la proporzionale diminuzione patrimoniale in pregiudizio di un altro soggetto;
  3. un nesso di causalità, ossia un nesso tra i due eventi: vale a dire, un collegamento tra la diminuzione patrimoniale e l’arricchimento, nel senso che l’uno deve essere la conseguenza dell’altro.
  4. La mancanza di una causa che possa giustificare l’arricchimento dell’uno e della perdita dell’altro soggetto.

Si tenga, inoltre, conto del fatto che, in ogni caso, l’indennizzo per l’impoverimento non potrà mai superare l’ammontare dell’arricchimento.

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In conclusione

Per concludere, la possibilità di esperire tale azione è preclusa:

  1. quando l’arricchimento sia dovuto all’iniziativa dell’impoverito libera e consapevole di causare – ci sia consentito il gioco di parole -, senza causa, l’arricchimento altrui;
  2. quando, all’arricchimento abbia contribuito anche l’opera dell’arricchito.

Ciò, in quanto, non è consentito che un soggetto riceva vantaggio dal danno arrecato ad altri, senza che vi sia una ragione che giustifichi un pagamento, dal punto di vista patrimoniale, da un soggetto ad un altro.
Altro importante elemento da considerare è che, tale causa è proponibile solo se il danneggiato non abbia la possibilità di intraprendere un altro tipo di azione per il pregiudizio subito.

Fonte Immagini: Depositphotos

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